Torino-Lione: blitz forze ordine contro i No-Tav, aperto cantiere
Il primo cantiere della Torino-Lione può partire. Con un blitz all’alba le forze dell’ordine hanno sgomberato il presidio a Chiomonte, in Valle di Susa che, dal nome della località, il movimento No Tav aveva battezzato “Libera Repubblica della Maddalena”.
L’area di 36 mila metri quadrati è stata consegnata alle società incaricate dei primi lavori per preparare lo scavo del tunnel esplorativo. È stata rispettata così la scadenza del 30 giugno, imposta dalla Ue, e al presidio degli oppositori dei treni ad alta velocità si è sostituito quello di Carabinieri e Polizia.
È scontato che le forze dell’ordine resteranno a vigilare per tutto il tempo necessario a costruire la galleria: 36 mesi. Ed è questa una prospettiva che inquieta i sindaci della Val Susa, preoccupati della “militarizzazione del territorio”. Il movimento No Tav, tuttavia, non si arrende. “Abbiamo perso il primo round, non la guerra”, è il commento del suo leader storico, Alberto Perino.
Il capo della Polizia, Antonio Manganelli, elogia il lavoro delle forze dell’ordine. “Sono donne e uomini chiamati a far rispettare disposizioni legittime e lo fanno, a prezzo di enormi sacrifici, non “contro” qualcuno ma per garantire i diritti di libertà di tutti, a partire da coloro che esprimono il loro legittimo dissenso nelle forme consentite dalla legge”.
L’operazione di “riconquista” della Maddalena, pianificata per settimane, è durata poche ore. Dopo la notifica dell’ordinanza del prefetto di Torino Alberto Di Pace al presidente della Comunità Montana Sandro Plano, una ruspa è entrata in azione abbattendo la barricata più a valle e ha via via rimosso, scortata da decine di agenti e carabinieri, tutti gli sbarramenti creati dai No Tav sulla strada dell’Avanà.
È stata una mattinata di tensione, con lancio di pietre, sedie, rami e tronchi d’albero da parte di alcuni manifestanti, e lacrimogeni lanciati da Carabinieri e Polizia. Alla fine il bilancio complessivo dei disordini è stato di un’ottantina di feriti lievi o contusi. Un poliziotto è stato portato in elicottero al Cto di Torino: aveva una contusione al torace; guarirà in sei giorni.
I manifestanti sono stati dispersi nei boschi, poi sono tornati mestamente a valle insieme alle tende che erano state il loro ritrovo per settimane alla Maddalena. Ed è cominciato, in tutta la Valle di Susa, ma anche a Torino, persino a Roma e Cagliari, una lunga serie di azioni di disturbo o vandaliche.
Molti i blocchi stradali sulle due statali che attraversano la valle piemontese, nel capoluogo una trentina di studenti ha fatto irruzione nell’atrio del Palazzo della Regione, più tardi altri manifestanti hanno bloccato due binari della stazione ferroviaria di Porta Susa. Sui muri di Palazzo Civico già in mattinata era stato scagliato olio esausto ed era stata tracciata la scritta in vernice rossa “No Tav”. Nella Capitale un fumogeno è stato buttato contro la sede del Pd, un altro al Pdl, ci sono stati sit-in in via del Corso e davanti a Palazzo Chigi; protesta anche davanti alla Prefettura di Cagliari.
Sono 64 gli agenti di Polizia, i Carabinieri e i militari della Guardia di Finanza rimasti feriti
nelle operazioni per lo sgombero dell’area della Maddalena di Chiomonte (Torino), dove è stato aperto oggi il primo cantiere della ferrovia Torino-Lione.
Dei feriti – si è saputo dalla Questura di Torino – 53 sono agenti della Polizia di Stato (per tre di loro la prognosi va dai 30 ai 40 giorni ciascuno), dieci sono Carabinieri (uno è trattenuto in osservazione al Cto di Torino per trauma cranico) e uno è un finanziere.
Fra i manifestanti No-Tav ci sono stati una trentina di feriti e contusi, nessuno dei quali grave; alcuni si sono fatti medicare sul posto, la maggior parte si sono presentati nel corso della giornata in strutture sanitarie di Torino e della Val Susa.