Thyssen: è polemica dopo applausi Confindustria
Rosina Demasi, madre di Giuseppe, vittima Thyssen, è perentoria: “Vorrei chiedere alla presidente Marcegaglia se avesse avuto un figlio morto come il mio in un lager come la Thyssen se parlerebbe così”. I famigliari delle 7 vittime morte nel rogo delle acciaierie non ci stanno e attaccano la presidente Emma Marcegaglia che nel meeting a porte chiuse a Bergamo aveva invitato i seimila imprenditori presenti a salutare con un grande applauso l’amministratore delegato della Thyssen Harald Espenhahn, condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario. Quell’ovazione non è piaciuta nemmeno a Antonio Boccuzzi che si salvò miracolosamente da quella tragedia: “Un tuffo al cuore, mi son venuti in mente gli applausi all’uscita delle bare delle vittime ai funerali in Duomo. È folle dire che non arriveranno investimenti dall’estero in Italia perché le nostre leggi sono troppo severe”.
Alcuni parenti delle vittime del rogo della ThyssenKrupp hanno interrotto l’intervento dell’avvocato Ezio Audisio nel convegno organizzato oggi a Torino sulla storica sentenza di tre settimane fa, costringendolo a sospendere le sue riflessioni. Audisio, difensore di Harald Espenhahn, amministratore delegato del gruppo siderurgico tedesco, stava sostenendo che “per ragioni di business quell’impianto si sarebbe dovuto trasferire il più in fretta possibile: non lo si era fatto per ragioni occupazionali e in quel lasso di tempo non fu peggiorato”. A quel punto i pochi parenti delle vittime rimasti nella sala di Palazzo Cisterna – la maggior parte l’aveva abbandonata prima dell’inizio del convegno – hanno cominciato a contestare il legale.
Già prima, alcuni ex lavoratori e parenti delle vittime del rogo dell’acciaieria ThyssenKrupp si erano alzati in piedi e imbavagliati all’apertura del convegno. Hanno inoltre esposto un grande striscione sindacale aziendale “listato a lutto” per alcuni minuti, per chiedere la ricollocazione degli ultimi 13 operai torinesi dell’azienda ancora in cassa integrazione.