Don Ciotti, la droga peggiore è la rassegnazione
A 35 anni dalla legge 685 sulle tossicodipendenze “facciamoci sentire: la droga più pericolosa è la rassegnazione”: l’appello è di don Ciotti, a conclusione di due giornate intense di dibattito e di analisi del fenomeno. Davanti a una platea di oltre 400 operatori sociali presenti al convegno nazionale nella sede del Gruppo Abele a Torino. Tra le droghe cui si riferisce don Ciotti “la droga di una politica troppo spesso ostaggio dei privilegi dei singoli o di casta. La droga di un’economia che mortifica e spolpa i servizi sociali. La droga di un’informazione che, senza voler generalizzare, in molti casi non informa ma deforma, distrae, nasconde. E ancora la droga del lavoro senza sicurezza e diritti. La droga di una cultura che riduce tutto al metro del successo, della ricchezza e dei soldi. La droga della disuguaglianza accettata come una fatalità. La droga delle illusioni vendute come speranze. Ma soprattutto, sottolinea don Ciotti, quella droga che ci impedisce di ribellarci e combattere tutte le altre: la droga dell’indifferenza, dell’assuefazione, della rassegnazione”.