Sentenza Thyssen: ci sarà un’inchiesta bis
Ci sarà un’inchiesta Thyssen bis. Dalle pieghe della lunga sentenza letta l’altra sera in tribunale a Torino emerge che si continuerà a indagare su falsa testimonianza, rimozione volontaria di cautele, scarsi controlli delle Asl.
Per la ThyssenKrupp in caso di ulteriore condanna ci sarebbero altre somme da pagare: oltre ai 12 milioni di euro già versati come risarcimento ai famigliari delle 7 vittime e agli altri 9 milioni stabiliti dalla corte per risarcimento parti civili, spese processuali e sanzioni pecuniarie. Anche per questo il presidente della Thyssen Klaus Schmidt oggi dice “noi siamo intenzionati a restare in Italia, ma dopo quel che è successo sarà difficile lavorare da voi”.
Critici nei confronti della sentenza che ha sancito l’omicidio volontario per l’amministratore delegato Harald Espenham anche Confindustria e amministratori locali della provincia di Terni preoccupati per le sorti dei 3500 dipendenti di quelle acciaierie.
L’intera area della Thyssen a Torino, circa 70mila metri quadri, è stata posta in vendita per una cifra attorno ai 10milioni di euro, quattro i possibili acquirenti: ancora 300 gli ex dipendenti Thyssen senza lavoro dopo il rogo del 6 dicembre 2007. La linea 5 dove lavorava la squadra falciata dal rogo, è ancora sotto sequestro.