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07 febbraio 2011

Marocchina di 19 anni uccisa con 16 coltellate, nel Cuneese

Sedici coltellate all’addome nella camera da letto della piccola casa nella quale viveva con il fratello di 16 anni: è stata uccisa così, nel pomeriggio, a Dronero (Cuneo), Fatima Mo­stayd, una ragazza marocchina di 19 anni, giunta in Piemonte so­lo da qualche mese. Il cadavere è stato trovato dal fratello, che era uscito di casa un paio d’ore prima per andare a un corso professionale per parrucchieri. Quando è rientrato, ha trovato la porta di casa aperta e, nella camera da letto della sorella, il cadavere di Fatima in una pozza di sangue. Il corpo era fra il letto e la parete. La ragazza era vestita, riversa sul pavimento. Il ragazzo è scappato fuori a chiedere aiuto.

È qui che finiscono gli elementi di certezza di un giallo che i Carabinieri del Comando provinciale di Cuneo, al comando del colonnello Francesco Laurenti, stanno cercando di dipanare. Fatima e suo fratello erano arrivati a Dronero da Marsala. Erano partiti dalla Sicilia dopo la morte del padre e della madre. Avevano scelto Dronero perché conoscevano dei connazionali che vivevano in questo piccolo paese alla confluenza del torrente Maira con il rio Roccabruna. Su poco più di settemila abitanti, gli immigrati so­no oltre un migliaio e il livello d’integrazione è molto alto.

Fatima si era subito in­serita.

Fatima è descritta in paese come una ragazza tranquilla, che non aveva mai dato motivo per far parlare di sé “Era una ragazza splendida, non aveva grilli per la testa, non meritava questa fine”, dice una sua amica che ha abitato nella stessa casa prima dell’arrivo di Fatima e di suo fratello. Aggiunge che era sposata in Marocco.

Gli investigatori al momento non escludono alcuna pista. Hanno perlustrato la zona intorno alla casa e, con gli uomini della Sezione Scientifica, hanno fatti rilievi per ore nell’appartamento.

Finora hanno una sola certezza: il fratello di Fatima è completamente estraneo al delitto.



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