“Quando avevo 17 anni venni in vigna, mi sedetti sotto una vite e sentii la terra entrarmi nelle radici, lì cominciò la mia passione per coltivare uve e produrre vino”.Sara Vezza ricorda così la sua vocazione a fare la vignaiola, a produrre vini bio, in quel di Monforte d’ Alba, nel cuore della Langa. Adesso che ha vinto il premio nazionale «Donne e sostenibilità»  racconta la sua vita fra i filari, in cantina, ma soprattutto l’ essere mamma di 4 meravigliosi bambini.

“La mia giornata comincia presto…e prosegue fino a sera. Alle 5.30 sveglia, preparazione dei ragazzi che vanno a scuola, poi cantina o vigna per tutto il giorno, fino a quando i bambini tornano da scuola e lì comincia una seconda giornata”.

Figlia di viticoltori, la giovane Sara decise, in giovane età, di rilevare i terreni, ma non sollo: acquistarne altri e di ampliare la propria attività. “Mamma e papà volevano vendere, io invece ho continuato la loro attività, e ho comprato altri ettari” racconta ancora Sara Vezza.

Ferma nella scelta bio per le sue vigne e per i suoi vini, Sara Vezza è diventata paladina dell’ iniziativa adotta un filare. “Bio non una opzione di marketing, è  scelta di vita per la salute nosrtra e dei nostri eredi – spiega – adotta un filare è invece un modo per avvicinare i consumatori a capire e scoprire quello che produciamo. Con una quota associativa possono venire in vigna per la vendemmia e per altre lavorazioni, oltre ad avere garantite un tot di bottiglie di barolo”.

In cantina  campeggiano ovunque foto e documenti che narrano la storia dei vini di Sara Vezza e di Josetta Saffirio, sua mamma

Quando scoccano le 16.30 e i 4 figli, Clara, Cecilia, Giovanni e Cesare, tornano a casa da scuola, e la giornata di Sara prende tutt’ un’ altra piega. Il suo viso diventa radioso. E la vignaiola-viticoltrice si trasforma in mamma amorevole, premurosa, severa ma pronta a divertirsi con i suoi gioielli

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