MONS. BETTAZZI, DA PIU’ DI 50 ANNI IN PIEMONTE
«Ringrazio il Signore per avermi chiamato, per avermi assistito, per avermi sempre perdonato di nuovo a ogni sbaglio che ho fatto». Mons. Luigi Bettazzi, 98 anni, vescovo emerito di Ivrea, a Bologna ha celebrato i 75 anni di Messa nell’ agosto 2021. Nato a Treviso il 26 novembre 1923, conta: 75 anni di sacerdozio, 58 di episcopato dei quali 32 vescovo di Ivrea. È l’ultimo vescovo italiano ancora in vita ad aver partecipato al Concilio Vaticano II
DA MEZZO SECOLO IN PIEMONTE - Bettazzi, vescovo di Ivrea dal 1966 al 1999, vi si è incarnato con entusiasmo e continua a viverci con grande amore da oltre mezzo secolo». Durante il suo episcopato quattro sacerdoti eporediesi diventano vescovi: Pietro Giachetti a Pinerolo; Vittorio Bernardetto a Susa; Piergiorgio Debernardi a Pinerolo; Arrigo Miglio a Iglesias, poi a Ivrea, infine a Cagliari.
SI OFFRE PER SALVARE ALDO MORO – Laureato in teologia all’Università Gregoriana di Roma e in filosofia all’Università statale di Bologna, il 23 giugno 2000 riceve dall’Università di Torino la laurea «honoris causa» in scienze politiche. Il vescovo ha visitato molti Paesi del mondo come membro della Commissione episcopale per la cooperazione tra le Chiese e come presidente di «Pax Christi», nazionale (1968-78) e internazionale (1978-85): nel 1985 l’Unesco gli conferisce il «Premio per l’educazione e la pace». Figura di riferimento del movimento pacifista, nel 1978 propone alla Curia romana di offrirsi prigioniero delle Brigate Rosse in cambio di Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana: la Curia rifiuta.
MOLTI LIBRI DI «UN VESCOVO UN PO’ LAICO» - Molto impegnato sul piano sociale, ha una vasta produzione molto vasta di articoli – per anni tutte le settimane scrive l’editoriale su «Il risveglio popolare», settimanale diocesano di Ivrea – e di libri. Bettazzi è aspramente criticato per la corrispondenza con segretario del Partito comunista «sul rapporto fra la conciliabilità o meno della fede religiosa con l’ideologia marxista». Conduce memorabili battaglie sull’obiezione fiscale alle spese militari e l’obiezione di coscienza. Ricorda che «al Concilio non si riuscì a condannare completamente la guerra. Era in corso il conflitto in Vietnam e tra i vescovi c’era il timore di “pugnalare alle spalle” i giovani che – diceva qualcuno – “in Oriente combattono per diffondere la civiltà cristiana”. Si giunse a una condanna della “guerra totale”: affermando che era contro Dio e contro l’umanità».
Pier Giuseppe Accornero