Cesare Salvadori ha un passato da sportivo ad alti livelli: è un ex campione di scherma e nella sua carriera ha vinto una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Monaco del 1972, oltre che l’argento a Tokyo nel 1964 e a Città del Messico nel 1968.

Ma lo ricordiamo con piacere come l’ uomo che ha ricostruito il Filadelfia, il mitico stadio dove giocò il Grande Torino. In carica come presidente della Fondazione dal dicembre 2013, quando aveva sostituito l’ex dirigente FIAT Giuseppe Alberto Zunino,  ha ricoperto anche il ruolo di rappresentante del Comune: nominato quando alla guida della città c’era il sindaco PD Piero Fassino, è stato confermato dalla sindaca del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto. È infatti grazie anche alla sua opera che il Filadelfia oggi è rinato. “Tecnicamente siamo riusciti a dare una parvenza di similitudine a quello che era il vecchio stadio. Da un punto della vista della disponibilità a considerarla casa siamo ancora un po’ lontani… “

Battaglie infinite, cavilli burocratici, ostacoli d’ ogni tipo non hanno frenato questo torinese classe 1941 che fin da quando era schermidore ha imparato a lottare e a non fermarsi mai, di fronte a niente. Soltanto grazie alla sua abnegazione, alla diplomazia ha saputo far convergere gli interessi dei tifosi, della società calcistica e delle istituzioni e arrivare all’ inaugurazione del 2017.

Recentemente ha così commentato quell’avvenimento: “È stata una cosa straordinaria. Non dico addirittura fuori dalla norma, perché il Ponte Morandi lo hanno ricostruito ancora più velocemente. Ma riuscire in tre anni a fare quello che abbiamo fatto, dal giorno in cui mi hanno onorato della presidenza all’inaugurazione, è stato un grandissimo successo. Siamo molto orgogliosi di quello che è stato un grande lavoro di squadra”. 

Tre anni dopo, nel 2020, ha lasciato la presidenza. Sarà un caso ma da allora il completamento del Fila si è fermato. Nessun passo avanti.

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