GUIDO GOBINO, UNA VITA PER LA CICULATA
Guido è torinese, ma il papà Giuseppe arriva da Alba, una delle capitali mondiali del cioccolato. Tutto si spiega. Nel DNA della famiglia Gobino ci sono il cacao, le nocciole, la ciculata.
Papà Beppe dopo aver lavorato in un mulino ad Alba viene chiamato a Torino per seguire la produzione di cioccolato in un’ azienda acquisita dai suoi titolari. E così Guido cresce con l’ aroma di cacao e nocciole tostate, nella testa. Spesso va a trovare il padre in laboratorio e gioca fra i sacchi di juta pieni di fave di cacao: alla sera, a casa, quando abbraccia il genitore gli resta nelle narici quell’ inconfondibile sapore.
Guido è figlio unico e cresce in quello spicchio della periferia di Torino fra via Catania, via Cagliari, corso Palermo. Nonostante abbia, nel sangue, i geni del cioccolato il ragazzino, dopo gli studi commerciali, intraprende un’ attività di rappresentante e di contabile. Insomma, il posto fisso.
Ma le strade della vita sono imprevedibili. Quando il padre, per ragioni di salute, non può continuare a tirare avanti l’ azienda, tocca a Guido prendere in mano le redini della fabbrica di ciculata. Siamo a metà degli Anni ’80 e il neo-imprenditore comincia subito con il rivoltare l’ azienda come un calzino. Un tuffo nel mondo dei giandujotti, il cioccolatino tipico di Torino. Questa diventa la mission, il core business di Gobino.
Una serie di incontri e di collaborazioni importanti, non solo laboratorio ma apertura di uno spaccio in via Cagliari, il lancio del Tourinot (un giandujotto più piccolo), il successo in Giappone, e poi nei Paesi arabi, un nuovo negozio in via Lagrange e, con il trascorrere degli anni, Gobino diventa sinonimo di Torino, di ciculata e di giandujotti nel mondo.
Guido Gobino non si ritiene un maestro cioccolatiere, ma soltanto un piemontese che ha saputo sfidare il mondo puntando tutto sull’ eccellenza dei propri prodotti, sulle migliori materie prime, sulla capacità di innovare una produzione appresa fin da bambino dai suoi genitori, sulla fantasia di inventare un giandujotto più piccolo. Il Tourinot, 5 grammi di felicità.