E’ PIEMONTESE L’INVENTORE DEL TERMOSIFONE
Pietro de Zanna, per l’anagrafe Pietro Giovanni Maria Zanna, nato in Val Vigezzo a Zornasco, frazione di Malesco, nella prima metà dell’800 è stato osannato dalla stampa italiana e internazionale alla stregua di altri grandi inventori come Alessandro Volta o Benjamin Franklin.
Ma mentre i nomi di Franklin e Volta sono stati consegnati alla storia e le loro invenzioni li hanno resi immortali, molti si chiederanno quale sia stata la geniale intuizione di Pietro de Zana: il termosifone ad aria compressa, progenitore dei nostri impianti di riscaldamento, invenzione straordinaria che ha migliorato le condizioni di vita e cambiato le abitudini quotidiane.
Nel 1839, Pietro Zanna, che era emigrato con il fratello Borromeo in Austria, mise a punto la sua invenzione nella fumisteria dove produceva macchine da riscaldamento.
Il suo innovativo impianto di caloriferi diffondeva il tepore filtrando e miscelando acqua calda, la camera di combustione era un corpo separato ma collegato ai termosifoni e alla canna fumaria, insomma, l’impianto, fatto con metallo, mattoni in cotto e assemblato con opere di muratura, era perfettamente funzionante e senza limiti di estensione: una vera rivoluzione che metteva fuori uso camini e stufe, liberando dal pericolo delle fiamme libere.
L’invenzione non ci mise molto a suscitare la curiosità dell’aristocrazia, tanto che Ferdinando I d’Asburgo-Lorena, che regnava all’epoca, fece installare i termosifoni nella residenza imperiale di Hofburg.
Inutile dire che la fama dei nuovi impianti si diffuse rapidamente e arrivò alla corte sabauda grazie a un matrimonio: quello tra Vittorio Emanuele II di Savoia e Maria Adelaide d’Asburgo – Lorena nell’aprile del 1842. Proprio in seguito a questa unione il Re Carlo Alberto, padre dello sposo, si ritrovò nella Palazzina di caccia di Stupinigi a colloquio con l’arciduca Ranieri d’Asburgo, Viceré del Regno Lombardo-Veneto, ebbero un lungo incontro in cui l’argomento principale fu il nuovo sistema di riscaldamento che eliminava il pericolo delle fiamme libere. Quando il Re scoprì che l’inventore di quel prodigo era un suo suddito lo convocò per commissionargli nuovi impianti per Palazzo Reale e altre residenze sabaude.
Pietro Zanna preparò tutto il materiale per l’impianto a Vienna che fu portato a Torino con una carovana di carri.
Diventò un uomo ricco e ottenne anche l’importante riconoscimento che gli consentì di aggiungere la particella nobiliare “de” al suo cognome. Come tutti gli emigrati che hanno fatto fortuna altrove, anche De Zanna era rimasto legato alla sua terra e, tornato a Zornasco elargì sostanziose offerte per il suo paese e, da fervente cattolico qual era, soprattutto alla parrocchia.
All’epoca era uso ringraziare i benefattori con l’assegnazione di un posto privilegiato durante le funzioni religiose, quando l’inventore si vide assegnare l’ultimo banco, rimase deluso e offeso, al punto che ripartì per Vienna e non tornò mai più nella sua amata Valle.
Patrizia Durante