I VACCANEO, DUE VITE PER CESARE PAVESE
Zio e nipote uniti nel segno di Cesare Pavese e del suo paese natale, Santo Stefano Belbo.
Nato da una famiglia di agricoltori, dopo l’università Franco Vaccaneo ha ricoperto inizialmente il ruolo di bibliotecario a Santo Stefano Belbo. Grazie a lui sono nati prima il Centro studi, poi la Fondazione Cesare Pavese. Nell’autunno 1977 si inaugurava alla Biblioteca Nazionale di Torino una mostra bibliografica su Cesare Pavese. Era la prima volta dopo la sua morte. Qui ha avuto inizio la passione di Franco per l’ autore de La Luna e i Falò, con l’idea di portare la mostra anche a Santo Stefano Belbo. “Ne parlai con il curatore e decidemmo di tentare – ha raccontato Franco in un’intervista a Gazzetta d’Alba – Il problema era, però, trovare delle bacheche per presentare i libri, parlare con la famiglia di Pavese (la sorella Maria mi prese per fortuna in simpatia) e fare una lunga trafila burocratica con il Ministero. La mostra si fece e fu un successo di visitatori”.
Da allora Pavese divenne la ragione di vita di Franco Vaccaneo che allo scrittore ha dedicato anche un’infinità di pubblicazioni.
Come spesso succede la passione si tramanda agli eredi. E così dal 2010 alla direzione della Fondazione è arrivato il nipote Pierluigi. Con la medesima competenza e con il pallino delle nuove tecnologie, il giovane Vaccaneo si è tuffato anima e corpo nei mondi pavesiani. “Dobbiamo ringraziarlo per tutte le opere che ci ha lasciato, per la letteratura in cui ci riconosciamo. Il suo racconto ha a che fare con la nostra identità e con il territorio. Anche se a Santo Stefano Belbo è rimasto per pochi anni e solo fino alla prima elementare, la campagna che qui ha vissuto, quella delle Langhe, rappresenta qualcosa di fondamentale per ognuno di noi” ha scritto recentemente Pierluigi sulla rivista Idea.
In occasione dei 70 anni dalla tragica morte di Pavese, la Fondazione ha organizzato una serie di eventi, anche on-line e continua a dar vita a iniziative che richiamano ogni anno a Santo Stefano Belbo migliaia di visitatori, curiosi, turisti che si aggirano per la casa natale sullo stradone che porta a Canelli e sulle amate colline di Langa.