RAFFAELE COSTA, UN POLITICO VERO
C’è stato un momento, in Italia, nel quale fare politica era un impegno vero, altamente riconosciuto dalla gente. Al di là dell’ appartenenza partitica. Uomini come Almirante, Berlinguer, Andreotti, La Malfa, Pertini erano unanimemente riconosciuti come dediti alla cosa pubblica: potevi condividere o meno le loro posizioni ma non potevi non riconoscere preparazione, bravura, impegno, professionalità.
Fra questi c’ è sempre stato Raffaele Costa, un liberale a tutto tondo. Monregalese, classe 1936, due lauree (Giurisprudenza e Scienze Politiche) è stato deputato per decenni, europarlamentare, più volte ministro, presidente della Provincia di Cuneo, candidato a sindaco di Torino, segretario del Partito Liberale, fondatore dell’ Unione di Centro. Ma anche avvocato e giornalista, famosa e diffusissima la sua rivista “Il Duemila”.
Chi non ricorda le sue battaglie nella Sanità contro gli sprechi e i furbetti del cartellino. “Il dottore è fuori stanza” è il titolo di un suo famoso saggio, proprio contro la italica usanza di assentarsi dall’ ufficio pubblico durante l’ orario di lavoro, anche da parte di medici e sanitari. Ma ha anche guidato i ministeri dei Trasporti, delle Politiche Comunitarie e degli Affari Regionali.
Insomma una vita dedicata alla politica, quella intesa con la P maiuscola. Sarebbe stato interessante al lavoro al Ministero della Sanità durante questa emergenza sanitaria.
Dal 2006, causa anche problemi di salute, si è ritirato da ogni impegno ed è tornato nel Monregalese, dopo una vita da pendolare fra Roma, Bruxelles e il Cuneese.