Thyssen: parla la difesa; vogliamo giustizia non vendetta
Siamo “impopolari”, veniamo coperti di insulti, ma noi vogliamo che si faccia giustizia e non “vendetta”. Al processo per i sette morti nell’incendio ThyssenKrupp è il turno delle difese e subito si capisce la linea: la Procura ha esagerato, invocando pene altissime per reati mai contestati prima e allestendo una “gogna mediatica” per un’azienda che, invece, non merita questo trattamento e rischia di subire danni così “spaventosi” da preoccupare gli stessi dipendenti. E tutto questo per una vicenda che, per l’avvocato Nicoletta Garaventa, “per quanto tragica, riguarda pur sempre un infortunio sul lavoro”. Il primo a prendere la parola è stato il professor Franco Coppi. A lui sono toccati i compiti più delicati: smontare l’accusa di omicidio volontario, mossa all’amministratore delegato Harald Espenhahn, per il quale i pm hanno proposto 16 anni di carcere, e spiegare ai presenti, in gran parte familiari delle vittime, che gli avvocati fanno solo il loro dovere.