Borsalino, dal Piemonte in testa al mondo
Giuseppe Borsalino nacque a Pecetto di Valenza nel 1834 e emigrò giovanissimo in Francia nel 1850 per apprendere il mestiere dell’artigiano di sartoria. Dopo sei anni all’estero, acquisita notevole capacità, ma soprattutto ottenuto il “certificato” di cui i cappellai girovaghi avevano allora bisogno per aprire un laboratorio, torna in Italia.
E’ il 4 aprile 1857 quando Giuseppe Borsalino rileva una fabbrica di cappelli che raggiunge, nel giro di pochi anni, il considerevole livello di 750.000 pezzi annui prodotti all’inizio del nuovo secolo, ampliandosi addirittura a oltre 2.000.000 alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Siamo ad Alessandria e l’ azienda impiega oltre 2.500 dipendenti, rappresentando una notevole risorsa nell’economia della città piemontese. Il Borsalino è un cappello invernale in feltro soffice che è incavato nella sua lunghezza sotto la corona. La cupola è a tronco di cono, pizzicottata nella parte anteriore da entrambe le parti, la tesa è di media larghezza. È conosciuto in alcuni Paesi anche come Fedora, ma si distingue per la larghezza della tesa. Il Borsalino presenta una tesa larga 6 cm e con una consistenza piuttosto rigida; il Fedora ha una tesa più larga, mediamente di 7,5 – 8 cm
Le ricadute per l’ economia alessandrina non riguardavano soltanto la manodopera impiegata alla Borsalino: c’ erano ricadute anche sull’ agricoltura. La produzione dei cappelli di qualità imponeva infatti l’uso esclusivo di feltro di pelo di coniglio. Questo determinò l’affermarsi di allevamenti domestici, in genere affidati alle donne e ai ragazzi.
Nel giro di pochi decenni all’estero il marchio si estese in tutti i 5 continenti, conquistando ampi mercati. Da quello tradizionale della City di Londra con le classiche bombette con marchio Borsalino, sino a competere con le grandi aziende negli Usa per i copricapi americani agli inizi del secolo scorso.
La fama dei prodotti con marchio di Alessandria è stata ulteriormente amplificata anche grazie al film intitolato proprio Borsalino girato nel 1970 con interpreti Alain Delon e Jean Paul Belmondo. Ma sono tantissime le immagini di uomini della politica, della cultura e dello spettacolo fotografati con in testa i cappelli made in Alessandria.
Ma si sa le mode cambiano. E con il passare di moda dei cappelli da parte degli uomini, la produzione venne ridotta e poi spostata in una nuova sede esterna a Alessandria. Il culmine della crisi venne con la cessione dello storico stabilimento di corso Cento Cannoni ad Alessandria che è diventata sede delle facoltà umanistiche.
Nella primavera del 2006 è stato inaugurato uno specifico museo proprio dedicato al Borsalino per ricordare le varie fasi storiche che hanno caratterizzato l’industria del cappello in Alessandria. Recentemente l’ azienda ha rischiato il fallimento (anche grazie ad alcuni proprietari a dir poco discutibili) , ma adesso una nuova gestione promette futuro radioso per la Borsalino di Alessandria.
Mario Castelli