Più di 150 anni fa la prima donna sul Monviso
Fu una nobildonna piemontese, Alessandra Boarelli, accompagnata tra gli altri dalla damigella quattordicenne Cecilia Fillia, la prima donna al mondo a raggiungere, il 16 agosto del 1864, 150 anni fa, la vetta del Monviso, il cosiddetto Re di Pietra a 3.842 metri di altitudine. La prima ascesa femminile avveniva esattamente tre anni dopo la prima salita in cima alla vetta cuneese per opera di Mathews nel 1861, e un anno dopo la prima cordata italiana capeggiata da Quintino Sella nel 1863, a seguito della quale venne fondato il Cai – Club alpino italiano.
Nel 1864 Alessandra Boarelli aveva 26 anni, era sposata da otto anni con il nobile di Verzuolo (Cuneo) Emilio Boarelli ed era già madre di due figli. Era una donna di cultura, con uno spirito intraprendente e una grande passione per la montagna che la condussero a sfidare non solo la vetta del Re di Pietra, ma anche le convenzioni e i pregiudizi del tempo. Nell’Ottocento, infatti, pur crescendo il numero di donne che si dedicavano all’alpinismo, queste rimasero sempre una ristrettissima minoranza rispetto ai colleghi uomini, incontrando grandi difficoltà a far accettare socialmente il proprio ruolo.
A 150 anni di dustanza, il 16 agosto 2014, lo stesso giorno del 1864, 12 donne (la più piccola ha solo 12 anni, ancor meno della damigella che accompagnò la Boarelli) hanno ripercorso i passi della prima donna in cima al Monviso, partendo il 15 agosto da Paesana e da Casteldelfino. Una volta giunte in vetta, hanno deposto un paio di scarpette rosse ai piedi della grande croce che si trova sulla punta del Monviso (saranno le scarpe rosse più alte d’Italia e tra le più alte al mondo), per ricordare, anche a 3.842 metri di quota, le troppe donne vittime di violenza (iniziativa in collaborazione tra il comitato WOW, Alpinside e lo Zonta di Saluzzo).