Toccò al torinese Giuseppe Saragat, allora presidente della Repubblica Italiana, e all’omologo francese Charles de Gaule inaugurare quello che per molti anni rimase il traforo autostradale più lungo al mondo: il traforo del Monte Bianco.

La storia del traforo che collega Courmayeur (Italia) con Chamonix (Francia) ebbe inizio nel mese di maggio del 1946, quando l’ingegnere Dino Lora Totino presentò alle autorità dei due Paesi il progetto riveduto e aggiornato dall’ingegner Vittorio Zignoli, docente del Politecnico di Torino.

Nel 1949 venne firmato l’accordo tra le autorità italo – francesi che sancì la volontà di eseguire l’opera; i lavori, sui due versanti della Aiguille du Midi,  presero il via nel 1957 e terminarono appunto nel 1965.

La lunghezza del tunnel è di 11,6 Km la parte più lunga è in territorio francese: 7.640 m contro i 3.960 appartenenti al territorio italiano. Il piano stradale è di forma convessa per facilitare il deflusso d’acqua. Rispetto alla frontiere, il traforo passa esattamente sotto la verticale de l’Aiguille du Midi, qui lo spessore del granito raggiunge i 2.480 m, una misura record per le gallerie ferroviarie e autostradali. E’ alto 4,35 m e largo 8 m. Il raddoppio del tunnel è già stato progettato, ma mai realizzato per l’opposizione degli abitanti della valle, preoccupati per un eventuale aumento della circolazione dei tir e conseguente inquinamento.  Dopo il grave incendio, sviluppatosi all’interno del traforo, nel 1999, il limite di velocità è stato fissato a 70 Km/h ed è severamente vietato il sorpasso.

Il Traforo del Monte Bianco è sto definito all’epoca “un’opera grandiosa” ma di fatto è un’importante via che collega l’Italia al territorio francese dell’Alta Savoia, negli anni ha agevolato il trasporto di ogni genere di merce, ma ha anche favorito lo sviluppo turistico, e quindi economico, di due territori montani unici al mondo per bellezza e offerta di relax e divertimento.

Condividi su facebook