10 luglio 1850 – Nasce la Banca Nazionale, sarà Banca d’ Italia
La Lira Nuova del Piemonte era l’ unità monetaria dello Stato sabaudo, istituita dopo la restaurazione post-napoleonica con regia patente da Vittorio Emanuele I. Nel 1820 ai nominali da 10 e da 20 lire oro, detta pezza, si aggiunsero quelli da 40 e da 80 lire, equivalenti ai corrispondenti pezzi del sistema monetario francese. Il centesimo in rame fu coniato nel 1825. La lira nuova di Piemonte equivaleva al franco francese del sistema monetario creato in Francia nel 1803 su base bimetallica oro-argento.
Al momento dell’unificazione dell’Italia la carta moneta era emessa in Piemonte dalla Banca Nazionale degli Stati Sardi, sorta nel 1850 dalla fusione della Banca di Genova e della Banca di Torino e con il conseguente estendersi della sua operatività alle province lombarde, parmigiane e modenesi. Il capitale iniziale era di 100 milioni, diviso in centomila azioni nominative. Nel 1869 la Banca Nazionale firmerà una convenzione con il governo con la quale assumerà i compiti di tesoreria.
Insomma, la Banca Nazionale pone le basi di quella che diverrà poi la Banca d’ Italia.
I biglietti di banca erano emessi in vari tagli, tra cui il massimo da 1.000 lire e il minimo da 50 lire (questo a far data dal 1856). La circolazione della lira nuova di Piemonte fu estesa ai territori degli Antichi Stati annessi dal 1859 al 1861. La lira nuova di Piemonte fu poi sostituita dalla lira italiana nel 1862. Il termine lira non era nuovo nel Piemonte (e in altre regioni italiane), perché vi circolava nel XVII la lira ducale e sul finire dello stesso secolo la Lira Nuova.