16 giugno 1606 – Ordinanza del Re per piazza Castello a Torino
Una caratteristica di Torino è costituita dai portici che si sviluppano per oltre 18 chilometri dei quali circa 12 sono interconnessi. I primi portici risalivano al Medioevo ma è a partire dal XVII secolo che si cominciò a costruire i portici monumentali tuttora presenti. La prima testimonianza è l’ordinanza di Carlo Emanuele I del 16 giugno 1606 in merito alla costruzione di piazza Castello secondo il progetto di Ascanio Vitozzi che comprendeva portici attorno a tutta la piazza.
La piazza s’estende su una superficie di circa 40.000 metri quadrati, facendone la seconda per estensione in città, dopo la Piazza Vittorio Veneto. Danneggiata durante la guerra civile che insanguinò Torino negli anni 1637-1640, la piazza fu ricostruita da Maria Cristina di Francia, madre di Carlo Emanuele II di Savoia, futuro duca di Savoia. Lei fece ammodernare il vecchio Palazzo di San Giovanni, il Palazzo Reale, e diede inizio ai lavori per Palazzo Madama tra il 1645 e il 1646.
La piazza si presentò, per tutto il Seicento e per buona parte del Settecento, divisa in tre settori distinti: la zona più antica, quella in cui confluiva Via Dora Grossa, oggi Via Garibaldi, l’altra zona era quella eretta a seguito dell’ampliamento della città verso il fiume Po, quindi verso Via Po, ed infine l’ultima area era quella della Piazzetta Reale, al tempo ancora divisa dal resto della piazza da un muraglione in cotto. Questa struttura venne demolita nel 1811 da un incendio sviluppatosi durante i festeggiamenti per la nascita del Re di Roma. Fu poi per volere di Carlo Alberto che il padiglione venne sostituito da una cancellata in ferro fuso, progettato da Pelagio Palagi tra il 1835 e il 1842. È proprio nel periodo napoleonico che gli edifici della piazza corsero il rischio di esser rasi al suolo: durante l’occupazione napoleonica qualcuno suggerì agli ingegneri dell’Imperatore di distruggere Palazzo Reale e Palazzo Madama per destinare il luogo a Campo di Marte. Fortuna volle che Napoleone considerò folle il progetto e i monumenti furono preservati.
Già nei primi anni del Novecento la piazza era percorsa da tram e da automobili, fino al 2000, quando, grazie ad un ampio progetto di riqualificazione del centro cittadino, è stata nuovamente resa pedonale in una porzione consistente.
Piazza Castello è il centro vitale di Torino e, nel periodo della permanenza in città della Corte sabauda, fu il luogo più importante dello Stato piemontese: in essa si trovano, dunque, gli edifici di maggiore importanza e di più grande valore artistico. Sulla piazza, infatti, s’affacciano, oltre a Palazzo Reale e, al suo centro, Palazzo Madama, il Teatro Regio, il Palazzo della Giunta Regionale, l’Armeria Reale, il Palazzo del Governo (ora sede della Prefettura), la Biblioteca Reale, l’Archivio di Stato, la Chiesa di San Lorenzo, Palazzo Chiablese. Nella piazza, tutto intorno a Palazzo Madama, sono posizionati tre grandi monumenti: il primo è, frontale a Via Garibaldi, la scultura dedicata all’Alfiere dell’Esercito Sardo, inaugurato nell’aprile 1859, opera di Vincenzo Vela. Sul lato in direzione di Via Roma, vi è il monumento al Cavaliere d’Italia, opera di Pietro Canonica del 1923. Infine, sul lato verso Via Po, vi è l’opera di Eugenio Baroni dedicata ad Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta.