8 maggio 1996 – Scompare a Torino la logopedista Marina Di Modica
Marina Di Modica aveva 39 anni, quando scompare la sera dell’8 maggio 1996. Era figlia del professor Gaetano Di Modica, cattedratico di chimica, con la passione del volo a vela e presidente dell’Accademia delle scienze, lei faceva la logopedista all’ospedale Molinette. Marina era una donna sola con la volontà, non ancora sopita, di farsi una famiglia e avere un figlio.
Una donna ordinata, precisa, in maniera quasi maniacale, che scandiva le sue giornate con minuziosi appunti sull’agenda: gli incontri con i pazienti, le note spesa, e persino gli appuntamenti con gli amici. 8 maggio: ore 18,30. Cena Paolo per francobolli.
Paolo è Paolo Stroppiana, unico indagato e poi condannato in via definitiva, per la scomparsa e l’omicidio di Marina, lavorava come filatelico da Bolaffi, un’istituzione cittadina. Era molto conosciuto nell’ambiente, figlio della borghesia cittadina che l’aveva ripreso con sé dopo anni vissuti negli ambienti dell’estremismo nero.
Lui e Marina si erano conosciuti qualche tempo prima a cena a casa di una comune amica, avevano simpatizzato. Marina, durante un trasloco, aveva trovato in soffitta una scatola di francobolli, forse un piccolo tesoro, di sicuro una buona scusa per rivedere Paolo, quell’uomo “simpatico anche se un po’ stranotto”, come lo aveva definito lei stessa. Marina era andata quindi all’appuntamento, dopo essere passata dal parrucchiere, aver acquistato un paio di scarpe nuove e essersi truccata, gesti non consueti per lei. Era andata con la sua scatola di francobolli. E invece si è dissolta nel nulla, lei e i francobolli.
Paolo, il giorno dopo, contattato dal fratello di Marina, aveva negato l’appuntamento, poi aveva rivisto la versione raccontando di aver disdetto all’ultimo l’incontro con la donna, ma della telefonata di disdetta non si era trovata traccia in nessun tabulato. Nel tempo delle indagini, Paolo Stroppiana, aveva inanellato una bugia dietro l’altra, proprio le menzogne con cui aveva tentato di tirarsi fuori dalla storia, diventeranno il perno della sua condanna. Il corpo di Marina non è stato mai ritrovato, non esiste un movente, non esiste una prova tangibile dell’avvenuto incontro tra i due. Ma tutto questo non è stato necessario per i giudici che, a quindici anni dalla scomparsa della logopedista, hanno condannato Paolo Stroppiana a quattordici anni di reclusione per l’omicidio di Marina Di Modica. Pena scontata, oggi è in libertà.
Su questa vicenda Patrizia Durante e il compianto Angelo Caroli hanno scritto un libro dal titolo “Fantasma di Donna”.