15 maggio 1939 – Mussolini inaugura lo stabilimento di Mirafiori
E’ uno sgarbo premeditato o un’ involontaria gaffe? La storia non lo ha mai rivelato, ma certo è che c’ è molto sconcerto quando il capo del governo Benito Mussolini si presenta all’ ingresso dello stabilimento principale della Fiat Mirafiori a bordo di una fiammante Alfa Romeo, una vettura della concorrenza. Forse anche per questa ragione il discorso del Duce a Torino è un vero fiasco. “Sono una massa di infedeli” pare abbia detto Mussolini lasciando la città. E in effetti l’ accoglienza della città è glaciale.
E dire che il senatore Agnelli e il professor Vittorio Valletta, appena nominato amministratore delegato della Fiat, avevano obbligato tutti i 57mila dipendenti a essere presenti all’ inaugurazione. Ma dal piazzale non si leva alcuna ovazione. Mussolini comincia a parlare citando il suo discorso di Milano e si accorge che nessuno lo conosce: lo si vede diventare scarlatto dalla rabbia. Allora invita tutti a leggerlo, minaccia di abbandonare il palco e lo farà quasi subito rivolgendo alla piazza il saluto romano.
Le cifre di Mirafiori sono esorbitanti: mentre Torino, all’ epoca, ha una popolazione di 660mila abitanti, dentro gli stabilimenti ci può stare mezzo milione di persone. L’ officina centrale è lunga quanto via Roma. Il complesso industriale è stato realizzato in due anni, è costato 180 milioni di lire. Nel 1939 la Fiat produce 53mila automobili all’ anno, occupa 57mila dipendenti e ha un fatturato di poco superiore ai due miliardi di lire.
Il nome dello stabilimento è legato al quartiere dove sorge e per scoprire da dove arriva bisogna andare indietro di secoli, alla fine del Cinquecento quando il duca Carlo Emanuele I fece costruire tra il Po e il Sangone una villa per la sua sposa, la spagnola Miraflores.