14 aprile 1901 – Nasce Adriano Olivetti
Nacque sulla collina di Monte Navale, nelle vicinanze di Ivrea dal padre Camillo, ebreo, e dalla madre Luisa Revel, valdese. Nel 1924 conseguì la laurea in ingegneria chimica al Politecnico di Torino e, dopo un soggiorno di studio negli Stati Uniti insieme a Domenico Burzio (Direttore Tecnico della Olivetti), durante il quale poté aggiornarsi sulle pratiche di organizzazione aziendale, entrò nel 1926 nella fabbrica paterna ove, per volere di Camillo, fece le prime esperienze come operaio. Divenne direttore della Società Olivetti nel 1932, anno in cui lanciò la prima macchina da scrivere portatile chiamata MP1, e presidente nel 1938.
Si oppose al regime fascista con momenti di militanza attiva. Partecipò con Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini ed altri alla liberazione di Filippo Turati (lo stesso Adriano era alla guida dell’auto che lo portò fuori dal paese). Badoglio lo accusò di esporre l’Italia in cattiva luce con gli USA. Durante gli anni della Guerra riparò in Svizzera da dove si mantenne in contatto con la Resistenza. Dal 1931 la questura di Aosta (dalla quale l’imprenditore necessitava avere la certificazione di appartenenza alla razza ariana a causa delle origini del padre ebreo) definì il giovane Olivetti come sovversivo.Rientrato dal suo rifugio alla caduta del regime, riprese le redini dell’azienda. Alle sue capacità manageriali, che portarono la Olivetti ad essere la prima azienda del mondo nel settore dei prodotti per ufficio, unì un’instancabile sete di ricerca e di sperimentazione su come si potesse armonizzare lo sviluppo industriale con l’affermazione dei diritti umani e con la democrazia partecipativa, dentro e fuori la fabbrica.
Sotto l’impulso delle fortune aziendali e dei suoi ideali comunitari, Ivrea negli anni cinquanta raggruppò una quantità straordinaria di intellettuali che operavano (chi in azienda chi all’interno del Movimento Comunità) in differenti campi disciplinari, inseguendo il progetto di una sintesi creativa tra cultura tecnico-scientifica e cultura umanistica.Alla fine del 1945 pubblicò il suo libro “L’ordine politico delle comunità” nel quale sono espresse quelle idee che supporteranno il Movimento Comunità fondato nella città di Torino nel 1948. Nello stesso anno entrò a far parte del Consiglio direttivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, cui aveva aderito dieci anni prima. Nel 1937 aveva partecipato ad una serie di studi su un piano regolatore della Valle d’Aosta.
Nel 1949 Olivetti si convertì al cattolicesimo «per la convinzione della sua superiore teologia»
In nemmeno 15 anni ha fatto della fabbrica di mattoni rossi, fondata dal padre Camillo nel 1908 a Ivrea, il primo produttore europeo di macchine per ufficio. Durante la sua gestione, l’ Olivetti ha moltiplicato la produzione per 13 volte, la produttività per 6 volte, l’ occupazione per due volte e mezzo. Ma non solo. Negli anni ’50 ha avviato un insieme di iniziative politiche, economiche e culturali ciascuna delle quali sarebbe bastata per colmare una vita.
Un modo innovativo di fare l’ imprenditore: Olivetti pagava salari più alti rispetto al resto del Canavese e offriva ai dipendenti una serie di servizi sociali senza confronti. Muore improvvisamente, a nemmeno 60 anni, il 29 febbraio 1960. La notizia del suo decesso getta lo sconforto tutto il Piemonte.