9 aprile 1850 – Le Leggi Siccardi, ricordate nell’ obelisco di Torino
Le leggi Siccardi erano delle le leggi di separazione fra Stato e Chiesa, del Regno di Sardegna: la legge 9 aprile 1850 n. 1013 e 5 giugno 1850 n. 1037, abolirono i privilegi goduti fino ad allora dal clero cattolico, allineando la legislazione piemontese a quella degli altri stati europei.
In seguito all’appoggio di Vittorio Emanuele II, il governo d’Azeglio attuò un programma di riforme degli istituti giuridici del Regno di Sardegna, concretizzando le innovazioni del 1848. In questo contesto storico il guardasigilli Giuseppe Siccardi propose leggi a suo nome, subito approvate a gran maggioranza dalla Camera, nonostante le resistenze dei conservatori più legati alla Chiesa cattolica. Resistenze dovute soprattutto all’abolizione di tre grandi privilegi che il clero godeva nel Regno. Tali privilegi erano il foro ecclesiastico, un tribunale separato che sottraeva alla giustizia laica gli uomini di Chiesa, il diritto di asilo, ovvero l’impunità giuridica di coloro che trovavano rifugio nelle chiese, e la manomorta, cioè l’inalienabilità dei possedimenti ecclesiastici.
Le Leggi Siccardi in quanto violazione unilaterale del Concordato stipulato dalla Santa Sede e dal Regno di Sardegna nel 1841 segnarono l’inizio di un lungo attrito tra il regno sabaudo ed il Papato.
A ricordo delle Leggi Siccardi fu eretto l’ obelisco di piazza Savoia a Torino in granito di Baveno, alto ventun metri, che venne eretto nel 1853 L’idea di erigere un monumento celebrativo per le discusse leggi Siccardi fu già del 1851, su iniziativa della torinese Gazzetta del Popolo. Significativamente, fu collocato in una piazza prossima al Santuario della Consolata, sede della principale devozione cittadina, e a Palazzo Barolo, dove risiedeva la cattolica Giulia Faletti di Barolo.
Nelle fondamenta dell’ obelisco furono sepolte cose tipicamente torinesi, dei grissini, una bottiglia di barbera e una copia della Gazzetta del Popolo, fondata solo due anni prima.