26 marzo 1980 – Muore a Torino Erminio Macario
Tre cose avevano in comune Macario e i grandi comici del suo tempo: il talento, la precocità e la povertà. Il piccolo Erminio inizia a recitare fin da bambino nella filodrammatica della scuola, scuola che deve abbandonare molto presto per lavorare e dare una mano alla famiglia. Ma il giovane non molla e, tra un lavoro e l’altro, entra in una compagnia itinerante, nel 1920 esordisce su un palco in un paesino vicino a Belgioioso in provincia di Pavia.
Il 1921 è l’anno del debutto in un teatro di prosa e nel 1924 approda finalmente al varietà. E’ in scena con il ruolo di secondo comico nella compagnia di Balli e Pantomime di Giovanni Molasso e avviene a Torino al Teatro Romano. Per Macario è un salto di qualità, ma è anche l’occasione per sviluppare la sua naturale inclinazione all’arte mimica. Aiutato dal volto espressivo e dal fisico asciutto e sciolto nei movimenti, il giovane comico pare provenire da una scuola di mimi francese. Ma la passione del giovane Erminio è la comicità e inizia a metterla in scena nel 1925, quando la famosissima soubrette Isa Bluette lo nota e lo scrittura nella sua compagnia. Macario esordisce nella sua Torino con La valigia delle Indie: è finalmente entrato nel giro buono del teatro italiano.
Poco alla volta Macario costruisce una comicità personale, fatta da una naturale maschera da clown con gli occhi arrotondati, una virgola di capelli sulla fronte e la camminata ciondolante, ma intuisce che il naturale supporto al suo personaggio, sono le donne: sempre bellissime e dotate di gambe lunghissime, è consapevole dell’immagine divertente che scaturisce dalla sua ingenuità affiancata al richiamo erotico delle belle soubrette.
Rimane con Isa Bluette fino al 1929, anno in cui firma la sua prima rivista Paese che vai. Il 1930 è l’anno di un altro passo importante: Erminio Macario fonda la sua compagnia teatrale. Sarà una delle più longeve e proficue del teatro italiano, nel 1937 scrittura Wanda Osiris e costituisce la coppia più famosa della rivista ,e saranno anche i primi a mettere in scena una commedia musicale italiana: Piroscafo giallo di Macario, Ripp e Bel-Ami.
Nel 1938 scoppia l’amore tra Erminio Macario e la bellissima attrice sedicenne, Giulia Dardanelli, lui è già sposato con la coreografa Maria Giuliano e farà di tutto per ottenere il divorzio, si sposeranno a Parigi nel 1951, dove va in scena Votate per Venere, hanno già due figli: Alberto e Mauro.
Per tutti gli anni quaranta Macario sforna un successo dietro l’altro. Memorabili sono le riviste Amleto che ne dici?, Febbre azzurra, Follie d’Amleto, Le educande di San Babila, La bisbetica sognata. Il 1951 è l’anno della trionfale tournée in Francia, tra il pubblico parigino, assiste persino il Presidente della repubblica Charles De Gaule, che ha un’ammirazione personale per Macario.
Erminio Macario, nella sua lunga carriera, annovera anche l’esperienza cinematografica, ma i film dove appare non ottengono mai il successo che gli riserva il teatro. E’ da segnalare il ruolo drammatico rivestito in Italia piccola di Mario Soldati: una prova eccellente che mette in evidenza la notevole versatilità del comico. Negli anni ’70 Macario si dedica al teatro di prosa, distinguendosi anche in ruoli drammatici, fa anche qualche incursione nel teatro in lingua piemontese e ottiene un grande successo con le Miserie ‘d Monssù Travet, messo in scena al Teatro Stabile.
Negli ultimi anni di Vita Erminio Macario si dedica alla costruzione del suo teatro La bomboniera, che inaugura nel 1977 con la commedia Sganarello tratta da un testo di Moliére. E’ la realizzazione del sogno: avere un teatro tutto suo dove poter recitare Moliére.
Il più famose attore comico piemontese si spegne il 26 marzo 1980 in una clinica torinese, in seguito a un tumore, vicino a lui c’è l’amatissima moglie Giulia Dardanelli.