Costante Girardengo vinse due volte il Giro d’Italia, sei volte la Milano-Sanremo e tre volte il Giro di Lombardia. Detiene il record di vittorie nei campionati italiani su strada con nove successi.

Divenuto professionista nel 1912, già l’anno successivo conquistò il primo dei nove titoli italiani per professionisti su strada che avrebbe vinto nel corso della sua carriera. Nel 1914, oltre ad un secondo titolo italiano per professionisti, si aggiudicò la tappa più lunga mai disputata al Giro: la Lucca-Roma di 430 km. Il 1919 vide Girardengo aggiudicarsi il terzo titolo italiano. Al Giro d’Italia conservò la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa, vincendone sette. In autunno, conquistò la vittoria nel Giro di Lombardia. Proprio in seguito a queste sue vittorie fu, per la prima volta, usato in suo onore il termine “Campionissimo”, lo stesso che poi verrà attribuito anche a Fausto Coppi. Nel 1923 si aggiudicò la Milano-Sanremo per la terza volta e ravvivò i fasti del 1919 vincendo, oltre alla classifica finale, ben otto tappe al Giro.

Nel 1926 giunse la svolta: dopo la quinta vittoria alla Milano-Sanremo, dovette cedere il titolo italiano per professionisti su strada ad Alfredo Binda. L’era di Girardengo si avviava verso la fine. All’età di 35 anni, il Campionissimo non poteva più competere con i giovani assi emergenti del ciclismo mondiale. Si ritirò dall’attività professionistica nel 1936. In carriera vinse 94 corse su strada e 165 su pista.

Oltre che della bicicletta, Girardengo fu protagonista anche di una storia connessa con la sua presunta amicizia con un noto bandito italiano del tempo: Sante Pollastri, novese, che era anche un grande tifoso del campione. Ricercato dalla polizia, Pollastri era sempre riuscito a farla franca ed era infine espatriato rifugiandosi a Parigi, dove incontrò Girardengo in occasione di una gara. E lì il bandito fu catturato.

Girardengo si spense il 9 febbraio 1978. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Cassano Spinola.

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