14 febbraio 2024

Il primo giorno del Parlamento italiano, a Torino

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In questi giorni si fa un gran parlare del Parlamento italiano, delle sue funzioni e delle sue prerogative. Ma forse è necessario fare un pò di storia.

Il nostro è un Parlamento che compie 160 anni, la sua prima riunione infatti avvenne il 18 febbraio 1861 a Palazzo Carignano di Torino. Euforie per le strade della città capitale, le elezioni si sono appena svolte e i 443 deputati sono stati votati dall’ 1, 1 per cento dei 22 milioni di italiani che avevano diritto al voto. Alle urne si erano recate, tra il 27 gennaio e il 3 febbraio, meno di 240mila persone.

Trecento persone hanno lavorato 8 settimane, giorno e notte,  per preparare la sala del primo Parlamento, capace di 600 stalli per deputati e senatori,  decine di tribune per il pubblico e per gli invitati, gli scranni per gli ambasciatori.

Interessante leggere i curriculum dei deputati, eletti dal popolo, quasi tutti presenti alla prima riunione: 85 sono conti, marchesi, baroni, duchi o principi. 93 commendatori e cavalieri. 74 avvocati. 52 professori, ingegneri e dottori. 28 ufficiali. 5 abati e 105 senza un titolo particolare.  I senatori invece li ha nominati direttamente il Re Vittorio Emanuele II.

Verso le 11 del 18 febbraio 1861, accompagnato da spari di cannone e squilli di tromba, il Re esce da Palazzo Reale e in carrozza si reca a Palazzo Carignano. Al suo ingresso applausi e grida “Viva il Re d’ Italia”. Il suo discorso dura mezz’ ora e viene interrotto più volte dalle ovazioni del pubblico.

Secondo le cronache del tempo, Torino non ha mai visto –  a memoria d’ uomo – tanta folla stringersi attorno alla Corona come oggi. Il municipio ha fatto addobbare le piazze Castello e Carignano e via Accademia delle Scienze con 48 getti d’ acqua e speciali illuminazioni notturne. La giunta ha invitato inoltre i cittadini ad illuminare e addobbare le proprie abitazioni. Anche i poveri hanno partecipato alla storica giornata: il Consiglio comunale ha distribuito in beneficenza migliaia di razioni di pane per un valore di 5mila lire.

Mario Castelli



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