15 febbraio 1927 – Nasce a Torino Carlo Maria Martini
Carlo Maria Martini è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano. Biblista ed esegeta, è stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Oltre ad essere stato un uomo di cultura teologica fu anche uomo del dialogo tra le religioni, a cominciare dall’ebraismo, i cui fedeli amava definire “fratelli maggiori”. Fu soprannominato “cardinale del dialogo”.
Nacque a Torino da Leonardo Martini, un ingegnere torinese originario di Orbassano (dove si recò come sfollato in tempo di guerra) e da Olga Maggia. Nacque nel quartiere di San Donato dove trascorse anche l’infanzia e l’adolescenza.
Nel 1944 all’età di 17 anni entrò nella Compagnia di Gesù presso la casa religiosa dei gesuiti di Cuneo. Compì gli studi presso l’Istituto Sociale di Torino e divenne sacerdote il 13 luglio 1952 a Chieri. Varie le sue esperienze pastorali in tutta Italia fino al 1997 quando fu nominato vescovo di Milano, quella che lui considerò l’ esperienza più bella della sua vita. Anche se difficile, negli anni del Terrorismo, della crisi, ma anche del dialogo e della speranza.
Lasciata la diocesi di Milano, dal 2002 al 2007 il cardinale Martini visse prevalentemente a Gerusalemme, dove riprese i suoi studi biblici: a 75 anni ha ritradotto il papiro Bodmer, uno dei più antichi manoscritti biblici a noi pervenuti, contenente la Prima e la Seconda lettera di Pietro. Sono stati, poi, anni di preghiera intensa per la pace, nel periodo più duro della Seconda intifada.
Il cardinal Martini fu affetto da malattia di Parkinson per circa 16 anni. Non lo tenne nascosto ma, anzi, lo dichiarò apertamente e negli ultimi anni partecipò anche ai convegni sulla malattia.Nel 2008, dopo 6 anni a Gerusalemme, rientrò in Italia. Negli ultimi anni le sue visite e i suoi impegni erano diminuiti per l’impossibilità di comunicare. Per parlare era costretto a far ricorso a un piccolo amplificatore e all’aiuto dei collaboratori. Ciononostante, il 2 giugno 2012 ha potuto incontrare papa Benedetto XVI, in visita a Milano. Nonostante la malattia non ha fatto mai mancare i suoi interventi sui media toccando temi attualissimi e spesso discordando con le posizioni ufficiali del Vaticano. Nel tardo pomeriggio di uno dei primi giorni del maggio 2012, l’amico rabbino Giuseppe Laras si recò a salutare Carlo Maria Martini. Al momento del congedo, unica volta nella storia, il rabbino Laras prese tra le sue mani la testa dell’anziano cardinale ed amico e in ebraico recitò la benedizione sacerdotale; al termine, Martini raccolse le forze, prese la testa del rabbino tra le sue mani e, imponendogliele, recitò la medesima benedizione.
Dopo un’ultima crisi cominciata a metà agosto 2012 non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Giovedì 30 agosto 2012 l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha annunciato l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Ha rifiutato l’accanimento terapeutico e si è spento a Gallarate venerdì 31 agosto 2012. e con lui si è spenta un’importante figura della Chiesa e un’inesauribile fonte di cultura, attenta anche al progresso dei tempi e all’esigenza costante del confronto con e tra persone differenti per fede, etnia e formazione intellettuale; parole che sono trasparse anche nel messaggio di papa Benedetto XVI per la sua morte.
La salma del cardinal Martini, vestita con la veste della messa di Resurrezione , venne composta sabato 1º settembre sotto l’altare maggiore del duomo di Milano.Sono state oltre 200.000 le persone che fino a lunedì pomeriggio, durante la camera ardente aperta giorno e notte, hanno sfilato davanti alla salma, formando due lunghe code inizianti da piazza della Scala.
« Lo sguardo di Martini era certamente tendenzialmente uno sguardo verso l’oltre, che cercava di individuare i percorsi futuri. In questo senso, si può dire veramente che la sua funzione fosse “profetica”, e profeta di per sé è colui che è ben piantato nella Storia e ne intuisce i movimenti, le tensioni. ». (Intervista del cardinale Gianfranco Ravasi a Radio Vaticana.) |