13 FEBBRAIO 1983 – Incendio al cinema Statuto di Torino, 64 vittime
E’ Carnevale e nevica in modo leggero dalla mattina, alle ore 18,15 un incendio devasta il cinema Statuto di via Cibrario a Torino. E’ una strage.
Le sessantaquattro vittime, uomini, donne e due bambini sono tutte imprigionate nella galleria, sono state soffocate in pochi minuti dai fumi tossici sviluppati dalla combustione dei materiali plastici che facevano parte delle imbottiture delle poltrone e del controsoffitto, ogni tentativo di fuga è stato vano.
Le salme vengono collocate provvisoriamente nell’autorimessa Avis adiacente alla sala cinematografica e successivamente spostate al cimitero monumentale. Ai funerali parteciperanno migliaia di torinesi oltre alle più alte autorità dello Stato, tra cui il presidente Sandro Pertini, e della città di Torino con il sindaco Diego Novelli e il cardinale Anastasio Ballestrero che ne celebra le esequie. La città tutta si stringerà attorno al Duomo, attorno a quelle bare e si unirà al dolore dei parenti.
L’incendio del cinema Statuto è la disgrazia con il più alto numero di vittime che ha colpito la nostra città dal dopoguerra, ma sarà anche l’evento che scatenerà l’effetto Statuto e spingerà legislatori ed esperti a lavorare perché, nei locali pubblici dell’intero Paese, siano applicate norme di sicurezza efficaci. Il 13 febbraio 1983 è il tragico spartiacque che ha cambiato in modo radicale il nostro stile di vita e le nostre abitudini.,
Recentemente la EnneCi Comunication ha pubblicato il primo e unico libro che tratta in modo completo, e con i tratti della cronaca, l’intera vicenda. Gli autori sono Patrizia Durante e Gabriele Galvagno e il titolo è “Statuto la memoria perduta – 13 febbraio 1983”. All’interno, oltre alla cronistoria dei fatti, al processo e all’evoluzione delle norme di sicurezza, sono raccolte importanti testimonianze dei personaggi che all’epoca hanno vissuto quei giorni incredibili. Una particolare luce è però accesa sulle storie delle vittime e sulle testimonianze dei parenti: padri, madri, sorelle, fratelli, figli di chi ha perso affetti importanti e ha dovuto trovare la forza di continuare la vita di tutti i giorni.
“Credo che i 64 morti dello Statuto abbiano salvato la vita a migliaia di persone, dobbiamo essere loro grati. (…) Il numero elevato di vittime ha costretto le autorità a muoversi, a prendere provvedimenti immediati (…) Se ora esistono regole precise per la sicurezza nei locali pubblici e sono applicate, lo dobbiamo a quelle persone” (Claudio Bertero sopravvissuto all’incendio del cinema Statuto)