8 febbraio 1936 – Brucia a Torino il Teatro Regio
Da un’ ora si è conclusa la rappresentazione dell’ opera Liolà del maestro Mulè e tutti gli spettatori hanno già lasciato la sala. D’ improvviso le fiamme si levano altissime: un corto circuito sprigionatosi sotto il palcoscenico e in breve tempo il teatro è un mucchio di cenere. Quel Teatro Regio famoso in tutto il mondo, inaugurato nel 1740 e che aveva tenuto a battesimo capolavori della lirica e interpreti straordinari a cominciare da Francesco Tamagno, nel giro di poche ore è uno scheletro di assi e travi annerite, con qualche fondale bruciacchiato. In pochi minuti la notizia fa il giro della città e gli agenti della forza pubblica fanno fatica a trattenere i curiosi che si riversano su piazza Castello. Le fiamme di scorgono da ogni angolo della città, anche dalle più lontane periferie. L’ opera dei Vigili del Fuoco è quasi impossibile perchè il teatro è quasi tutto in legno. Alle prime luci dell’ alba c’ è chi piange per il dispiacere e per l’ intenso odore acre di fumo e cenere.
Per oltre 30 anni il tempio della lirica di Torino resterà uno scheletro bruciacchiato: soltanto nel 1973 dopo lunghi e costosi restauri il Regio tornerà a essere un gioiello della città.