9 GENNAIO 2004 – Muore a Torino Norberto Bobbio
“Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare. E poiché sono in vena di confessioni, ne faccio ancora una, forse superflua: detesto i fanatici con tutta l’anima.” (Norberto Bobbio)
Nato a Torino il 18 ottobre 1909 da una famiglia agiata che gli consentì di vivere un’infanzia serena. Nell’adolescenza amava Bach, ascoltava la Traviata e scriveva versi ma, per una non ben precisata malattia, sarà afflitto da una sensazione di “fatica di vivere e permanente e invincibile stanchezza”. Con gli anni la sensazione si tradurrà in una sorta di perenne malinconia, essenziale per la sua maturazione intellettuale.
Frequenta il liceo classico Massimo D’Azeglio con Vittorio Foà, Cesare Pavese e Leone Ginzburg. Dal 1928, come molti giovani italiani è iscritto al Partito Nazionale Fascista. La sua giovinezza si divide tra il convinto fascismo patriottico della famiglie e l’altrettanto fermo antifascismo, conosciuto nell’ambiente scolastico. Allievo di Gioele Solari e Luigi Einaudi si laurea in giurisprudenza nel 1931 con la votazione di 110 e lode con dignità di stampa. Nel 1932 segue un corso estivo in Germania assieme a Ludovico Geymonat e l’anno successivo si laurea in filosofia ottenendo la stessa votazione della precedente laurea. Nel 1934 ottiene la libera docenza in filosofia del diritto che gli apre le porte all’insegnamento. . Le frequentazioni non gradite al regime fascista gli costano un primo arresto il 15 maggio del 1935 assieme ad alcuni amici del gruppo antifascista Giustizia e Libertà. Per ottenere la scarcerazione Norberto Bobbio è costretto a discolparsi inoltrando un esposto a Benito Mussolini. La reputazione di cui gode la famiglia gli consente una piena riabilitazione. All’indomani delle leggi razziali giura fedeltà al fascismo per ottenere la cattedra all’Università di Siena e giura ancora, nel 1940 a guerra dichiarata, per ottenere il posto a Padova.
Il continuo perorare la causa fascista da parte di Bobbio emerse solo anni dopo e fu oggetto di severe critiche. Nel 1942 aderisce al Partito d’azione clandestino, viene arrestato il 6 dicembre 1943, è accusato di attività politica sovversiva e resta in carcere per tre mesi. Dopo la liberazione collabora con Giustizia e Libertà, quotidiano torinese del Partito d’azione diretto da Franco Venturi.
Nel 1948 lascia Padova e viene chiamato all’Università di Torino. Dal 1962 assume l’incarico di insegnare scienza politica, incarico che coprirà fini al 1971 è tra i fondatori della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino insieme con Alessandro Passerin d’Entrèves. Dal 1973 al 1976 è preside della facoltà ma pensa che gli incarichi accademici “onerosi e senza onori” mentre l’insegnamento era l’attività principale della sua vita: “Un abito e non solo una professione”. Nel 1979 è professore emerito dell’Università di Torino, nel 1984 il Presidente Sandro Pertini lo nomina senatore a vita e nel 2003 la sua amata Torino gli concede il Sigillo Civico “per l’impegno politico e il contributo alla riflessione storica e culturale”. Muore il 9 gennaio 2004, la salma riposa nel cimitero di Rivalta Bormida in provincia di Alessandria.