01 gennaio 2024

1 GENNAIO 1929 – Nasce a Torino Giacomo Soffiantino.

Giacomo Soffiantino

 … e poi ci sono i simboli che ognuno fa propri. Ho scelto la conchiglia che manifesta la rigenerazione della vita, poi il bucranio, che è il simbolo della morte , si pone un po’ come modo per esorcizzare la morte.”

 Giacomo Soffiantino è nato a Torino il 1 gennaio 1929. E’ stato allievo di Francesco Menzio, di Aldo Bertini e di Mario Calandri. Ha insegnato all’Accademia Albertina e al Liceo artistico. Esordisce artisticamente nel 1955 alla galleria Girodo di Ivrea con la mostra “Sette pittori torinesi”, si sposta poi a Genova alla Galleria San Matteo dove viene presentato da Enrico Paulucci. Nello stesso anno espone a Torino a La Bussola con una mostra curata da Luigi Carluccio dal titolo “Niente di nuovo sotto il sole”. L’anno successivo Luciano Pistoi lo presenta alla Galleria Il Milione di Milano assieme a Merz, Ruggeri e Saroni.

Partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia.

Molte sono inoltre le mostre personali e collettive in Italia e all’estero dove Soffiantino espone, come molti sono i premi e i riconoscimenti che riceve. E’ considerato uno degli esponenti più autorevoli dell’espressionismo astratto. Ma Soffiantino non si ferma alla pittura, diventa un maestro dell’arte incisoria, non vi è rassegna di incisioni dove lui non sia presente come protagonista: riesce a coniugare l’idea con l’emozione e l’ingegno e, grazie alla sua raffinata manualità, trasforma il segno in arte.

Muore a Torino il 27 maggio 2013 e lascia un grande vuoto nell’arte e nel cuore di chi l’ha conosciuto. Il suo lungo e interessante percorso artistico si è intersecato in modo inevitabile con quello umano. Persona dolce ma determinata è stato un punto di riferimento per molti colleghi, ma anche per i numerosi amici, che sovente si ritrovavano a discutere con lui di pittura, senza però disdegnare o perdere di vista i fatti della vita quotidiana. Il suo studio in via Lanfranchi era sempre aperto e la sua disponibilità illimitata. L’umiltà, la capacità di ascolto, quel suo modo di vedere la vita e l’animo dell’uomo, osservato sotto altre prospettive e interessanti angolature, rendevano preziosa ogni conversazione. Un vero Maestro, non solo nella pittura.

La foto che correda questo “accadde oggi” è una delle sue ultime opere, un olio su tela, intitolato “La capra”, creato per la copertina del libro Statuto la memoria perduta – 13 febbraio 1983 di Patrizia Durante e Gabriele Galvagno – Enneci Comunication Editore



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