Suore liberate: a casa dopo 100 giorni, salvate dalla fede
Le ha salvate la fede, sostenuta dalle preghiere di chi le aspettava a casa. È così che suor Maria Teresa Olivero e suor Caterina Giraudo sono sopravvissute per oltre cento giorni nelle mani dei loro rapitori, fra il Kenya e la Somalia. “È stata dura, tanto dura – dicono al loro rientro in Italia – senza l’aiuto del Signore non ce l’avremmo fatta”. L’aereo che da Nairobi ha portato le missionarie a Torino, da dove hanno poi raggiunto il loro Cuneese, è atterrato all’aeroporto di Caselle poco dopo le 22 di ieri sera. Un breve abbraccio ai parenti e agli amici che le aspettavano con mazzi di fiori e scatole di cioccolatini, e poi il lungo interrogatorio. Quasi quattro ore di domande e risposte per suor Maria Teresa, una in più per suor Caterina, che hanno rivissuto uno dopo l’altro i 102 giorni della loro prigionia. Da quella notte tra il 9 e il 10 novembre scorso, quando sono state sequestrate da decine di uomini armati nel piccolo villaggio di El-Wak, fino alla liberazione, avvenuta il 19 febbraio. “Il mondo soffre – sottolinea suor Maria Teresa all’uscita dall’aeroporto – prima o poi, purtroppo, tocca a tutti. E quando ci hanno preso ho capito che era arrivato il nostro turno”. Il fratello don Fredo Olivero, responsabile dell’ufficio immigrazione della diocesi di Torino, l’abbraccia energicamente. E lei parla di quanto sia stato difficile, per loro che da decenni sono missionarie in Africa, togliere dal collo il crocifisso di legno. Solo il salvagente della fede, le ha tenute in vita: “Ringrazio tutti coloro che in questi lunghissimi mesi – dice suor Caterina – hanno pregato per noi e ci sono stati vicini. Noi non sapevamo nulla di quello che accadeva, ma abbiamo sentito la loro invisibile presenza”. Un sostegno fatto di preghiere, che non si esaurisce certo con il ritorno a casa. Oggi, dopo qualche ora di meritato riposo, potranno ricevere l’abbraccio di parenti e amici. Domani pomeriggio a Cuneo, nella chiesa del movimento De Foucauld a cui appartengono, il vescovo Giuseppe Cavallotto celebrerà invece una messa. “È il nostro modo di ringraziare – conclude suor Maria Teresa – perché senza la fede non ce l’avremmo fatta”.