Attentato al Bioparco di Cumiana
“Questo è per gli animali imprigionati” firmato Alf, Fronte Liberazione Animali. La scritta di rivendicazione all’ingresso del Bioparco Laghibaite di Cumiana in provincia di Torino non c’è alcun dubbio: si tratta di attentato. Sulla fine invece che possono aver fatto circa 40 uccelli rapaci è mistero. Tutte le voliere di questo centro di conservazione di volatili sono bruciate, si è salvata solo un’aquila reale. Poiane, gufi, falchi, civette sono spariti: i Carabinieri di Pinerolo che conducono le indagini nel corso di numerosi sopralluoghi non hanno trovato alcuna carcassa di animale bruciato. Forse li hanno liberati? Forse li hanno catturati per portarli chissà dove. Allarmato Gianluigi Casetta proprietario Bioparco Laghibaite: “Non cambia nulla, anche se non sono morti fra le fiamme non sopravvivranno perché, nati in cattività e addestrati, non sanno catturare il cibo da soli”. Che si tratti di un incendio doloso non ci sono dubbi: gli inquirenti hanno ritrovato almeno due bombe molotov con innesco e sono almeno 5 i focolai di incendio rinvenuti. Il guardiano che dormiva in una struttura è riuscito a mettersi in salvo e a dare l’allarme. L’Animal Liberation Front è nato negli anni ’70 in Inghilterra e opera contro lo sfruttamento di animali, per ora sul sito ufficiale dell’organizzazione non è comparsa alcuna rivendicazione. A Cumiana si sta cercando di dar vita al primo zoo moderno d’Italia, vi operano una ventina fra biologi e veterinari per un investimento di 20milioni di euro.