Fiat: finita la cassaintegrazione a Mirafiori
Sono rientrati tutti in fabbrica i circa 360 operai di Fiat Mirafiori che erano ancora in cassaintegrazione. Si conclude così un anno difficile per i lavoratori dello stabilimento torinese e per l’azienda. Dodici mesi fa, il Lingotto dichiarava lo stato di crisi. Circa un migliaio di operai furono costretti a lasciare la fabbrica e restare a casa. Una decisione presa in un momento difficile per la città, circondata da un generale clima di pessimismo per le sorti del più grande gruppo industriale italiano. Manifestazioni e cortei con decine di migliaia di persone in piazza non furono sufficienti a bloccare i licenziamenti. Un anno dopo tante cose sono cambiate. Non c’è più l’Avvocato, scomparso il 24 gennaio. I gruppi dirigenti sono cambiati. Presidente della Fiat è ora Umberto Agnelli. Si è avviato il piano di rilancio dell’intero gruppo, sono proseguite le dismissioni delle attività non legate all’automobile e sono stati fatti ulteriori investimenti. I nuovi modelli, Panda e Lancia Ypsilon in testa, hanno dato nuovo impulso al Lingotto. Il piano Morchio, pur togliendo a Mirafiori la produzione della Punto a partire dal 2006, ha dedicato allo stabilimento torinese l’intera produzione dei monovolumi e di due modelli di gamma alta, assicurando alla fabbrica “simbolo” della Fiat una produzione di almeno mille auto al giorno.