I Carabinieri del Nucleo Operativo di Torino stavano eseguendo un’operazione su larga scala contro la criminalità nel torinese. Ad un certo punto Massimo Guerini e altri sette colleghi, in abiti civili e a bordo di un furgoncino bianco, si sono allontanati per seguire le tracce di una banda di malviventi dedita alle rapine in provincia. Massimo Guerini non è più tornato. Aveva 32 anni, è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco. Colpito alla testa da un proiettile, è apparso subito in condizioni gravissime. L’hanno trasportato con un elicottero all’ospedale di Cuneo, dov’è morto attorno a mezzogiorno. Ucciso anche un malvivente, Gianmarco Scalitti. Tutto è successo poco dopo le 9 a Ceresole d’Alba, paesone di 2mila abitanti a cavallo fra le province di Cuneo e di Torino. I militari sono intervenuti poco prima che i malviventi assaltassero l’ufficio postale. I banditi hanno cominciato a sparare e i Carabinieri hanno risposto al fuoco: alla fine sull’asfalto si conteranno 25 bossoli e tre corpi. Gianmarco Scalitti è morto sul colpo. Un altro bandito ferito, Santino Trompini, è stato catturato, il carabiniere Guerini in fin di vita. Due banditi sono riusciti a fuggire e uno di essi si è costituito nel pomeriggio. Ancora un tragico particolare: Scalitti, il rapinatore ucciso, era già stato condannato nel’92 a trent’anni di carcere per l’omicidio di un poliziotto durante una rapina, ma presentando alcuni certificati medici risultati falsi, aveva ottenuto la revisione del processo, ed era in libertà con il solo obbligo di firma. Era sposato da poco più di un anno Massimo Guerini, 32 anni compiuti il 5 novembre scorso. Appassionato del suo lavoro, meticoloso, aveva già ricevuto due encomi per operazioni portate a termine brillantemente. Il primo nel 2000 per avere arrestato insieme ai colleghi otto persone responsabili di 26 rapine e nel 2001 per aver catturato altri otto autori di 28 rapine.

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