Ogm: Rifkin, nessuno sa quello che potrà succedere
Gli Ogm in agricoltura arricchiscono le multinazionali, ma nessuno sa che cosa potrà succedere all’uomo e all’ambiente in seguito alla loro introduzione. Non a caso negli Usa e nel mondo le compagnie si rifiutano di assicurare le aziende che producono e commerciano sementi geneticamente modificate. L’allarme è stato lanciato dall’economista americano Jeremy Rifkin al convegno sugli ogm organizzato da Forza Italia al Lingotto di Torino. In un lungo intervento-conferenza, Rifkin ha smontato diverse affermazioni sostenute dai fautori dell’agricoltura Ogm, a cominciare dal fatto che si tratti di un tipo di coltivazione in grado di aiutare la lotta alla fame nel mondo. “Oggi il 21% delle coltivazioni prodotte nel mondo in via di sviluppo – ha detto – è destinato al consumo animale. Molti di questi Paesi arrivano a utilizzare per gli animali che forniranno carne ai Paesi ricchi un terzo dei loro cereali. Il problema non è coltivare più cereali, ma destinarli a un uso diverso”. E ciò sarebbe reso facilmente possibile, ha sottolineato, “se il mondo ricco consumasse meno carne, prendendo ad esempio la dieta mediterranea”. Rifkin, che si è più volte rivolto con parole di apprezzamento al presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, fautore della linea di “tolleranza zero” sugli ogm in agricoltura, ha anche sottolineato come la questione del geneticamente modificato stia creando “una frattura sempre più profonda fra Stati Uniti ed Europa”. Contro gli Ogm hanno parlato al convegno fra gli altri anche Ghigo e il presidente di Slow Food, Carlo Petrini. A favore Sergio Dompè, presidente dell’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie e Lorenzo Silengo, presidente della Scuola per le biotecnologie dell’Università di Torino.