Operaio licenziato perché fuma in fabbrica
Fumare fa male e questo è risaputo, ma una sigaretta può anche costare il posto di lavoro. E’ quanto è successo a Emanuele Di Miceli, operaio della Kami, un’azienda meccanica con sede ad Airasca, in provincia di Torino. L’uomo, che ha 45 anni e da 18 anni lavorava in questa azienda, è stato licenziato con la motivazione ufficiale di essersi fatto una fumata in un ambiente pericoloso, in zona produttiva. “Abbiamo applicato il contratto di lavoro per la tutela della sicurezza dei colleghi di lavoro e degli impianti” dicono i responsabili della Kami. I sindacati invece respingono questa tesi ed hanno invitato alla mobilitazione i 100 dipendenti sostenendo che si tratta di una motivazione pretestuosa perché l’operaio era un delegato della Fiom-Cgil. “Ho lavorato per 18 anni alla Kami – dice Di Miceli – non c’è mai stato un provvedimento disciplinare nei miei confronti, quella della sigaretta era una scusa, ma i motivi veri sono altri”. Adesso partiranno i ricorsi per il reintegro del signor Emanuele, e lui, cosa farà? Smetterà di fumare? Impossibile chiederglielo proprio adesso, in questi giorni di tensione e nervosismo. Domani? Magari sì, questa potrebbe essere l’occasione buona, amara ma buona.