Ciampi nel Cuneese esalta la Resistenza e il Risorgimento
“Senza la Resistenza, senza il Risorgimento oggi questa nostra paese sarebbe peggiore” Da Boves, città martire della Resistenza, il presidente Ciampi rilancia il suo monito a fare tesoro della nostra memoria. E a pochi chilometri di distanza, a Borgo San Dalmazzo, ancora un commosso ricordo dello sterminio degli ebrei. Nell’ex caserma di Borgo c’era un piccolo campo di concentramento per i tanti ebrei in attesa di essere deportati ad Auschwitz. Molti furono salvati dall’umanità degli italiani, dai cuneesi guidati da don Raimondo Viale: “Uomini e donne che dividevano quel poco che avevano, quel pane che non c’era… Anche questa è Resistenza – ricorda commuovendosi il Presidente – atti d’eroismo e gesti d’umanità compiuti dal popolo italiano, e non solo nelle zone più legate alla memoria della lotta partigiana”. Dei 375 ebrei che dopo essere stati imprigionati a Borgo San Dalmazzo giunsero in Germania, soltanto 12 hanno fatto ritorno. Per i suoi atti di eroismo popolare, la città di Borgo San Dalmazzo nel 2001 è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile. In questi due giorni nel Cuneese Ciampi ha voluto ribadire con forza che il nostro stato, il suo ordinamento costituzionale si fondano sul sacrificio di uomini e donne che combatterono per l’Italia unita. A Boves nacque la Guerra Partigiana di Liberazione, in una città che sperimentò sulla propria pelle l’inaudita violenza fascista: una cinquantina le vittime civili uccise, decine le case bruciate. “Una guerra partigiana che – come il Risorgimento – non può appartenere ad una sola parte, ad un solo colore – ha detto ancora Ciampi – gli eroi caduti su queste montagne avevano un solo colore, il bianco-rosso e verde. Prima del Risorgimento gli italiani erano derisi perché divisi”. E per avvalorare il convincimento che i partigiani combatterono per un’Italia unita, Ciampi annuncia che il prossimo 25 aprile consegnerà la Medaglia d’Oro al Valor Civile ad una città del sud, Barletta, che seppe lottare per respingere l’occupazione tedesca.