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16 settembre 2003

Delitto Cogne: giudice Gramola dispone perizia super partes

Da oggi si spengono i riflettori sulla Procura di Aosta e si riaccendono sulla villetta di Co­gne dove fu ucciso il piccolo Samuele. Le perizie finora svolte, infatti, sono troppo discordanti fra loro per questo il giudice per l’udienza preliminare, Eugenio Gramola, ha disposto una perizia super partes che dovrà dire quel che è realmente successo quella drammatica mattina del 30 gennaio. È durato meno due ore oggi il primo atto dell’udienza preliminare per decidere se Anna Maria Franzoni deve essere processata o prosciolta dall’accusa di omicidio volontario aggravato del figlio di 3 anni. Il giudice Gra­mola ha accolto la richiesta della difesa – l’accusa non si è opposta – di incaricare 3 esperti di fama internazionale per una nuova perizia. Un esame sulle tracce di sangue, sul dna e su piccoli frammenti ossei rinvenuti sul pigiama della signora Franzoni. Su questi 3 importanti aspetti, infatti, le conclusioni a cui sono giunti i Carabinieri del Ris di Parma per l’accusa e i periti della difesa sono diametralmente opposte. Così come opposte sono oggi le reazioni delle due parti in causa. “Il lavoro fatto fino ad oggi è tutto da buttare…” ha dichiarato all’uscita l’avvocato difensore Carlo Taormina, mentre per il procuratore di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo “il lavoro svolto è tutt’altro che da buttare, siamo sereni sulle risultanze dei nostri periti”. Restano valide l’autopsia sul corpicino di Sa­mue­le e la perizia psichiatrica che ha stabilito che Anna Maria Franzoni è capace di intendere e volere. Per il resto si comincia da capo, o qua­si. Il 13 ottobre prossimo il giudice Gramola affiderà ufficialmente l’incarico ai tre periti e si riapriranno le porte della villetta di Cogne: nuovi rilievi, nuovi esami che richiederanno almeno un paio di mesi. “Speriamo che emerga la verità…” si è limitata a dire la mam­ma di Samuele, mentre il padre Stefano Lo­ren­zi è apparso rasserenato. Sono passati 597 giorni da quella maledetta mat­tina, migliaia di pagine di sopralluoghi, pe­rizie, interrogatori e intercettazioni non sono serviti a nulla. L’assassino è ancora libero, in mezzo a noi.



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