Telekom Serbia: il mistero Thomas Mares
Thomas Mares. Dietro questo nome sconosciuto potrebbero celarsi non pochi dei tanti misteri dell’affair Telekom Serbia. Mares è il titolare di un conto bancario denominato Zara International, un conto che secondo il faccendiere Igor Marini, sarebbe servito per far transitare 120 milioni di dollari, tangenti della compravendita di Telekom Serbia. Non solo, sempre secondo il faccendiere, Mares era una “testadilegno”, un semplice prestanome per alcuni politici del centrosinistra tirati in ballo da Marini. Ebbene su ordine della Procura di Torino Mares è da ieri in carcere: l’ordinanza d’arresto firmata dal gip Francesco Gianfrotta è per il reato di riciclaggio e viene specificato che si tratta di soldi riconducibili proprio all’affaire Telekom. Insomma, la versione di Marini comincia ad essere credibile per la Procura? È presto per dirlo. Intanto dalle 11 di stamattina l’ex faccendiere è sotto il torchio del procuratore capo Marcello Maddalena e del sostituto Roberto Furlan. Quest’ interrogatorio segue quelli di oltre 30 ore di fine agosto. Evidentemente i magistrati intendono verificare punto per punto il suo castello di accuse. “Marini sta bene, ma ha ricevuto minacce con lettere trasversali”. Lo ha detto l’avvocato Luciano Randazzo, legale del procacciatore d’affari, uscendo dal carcere delle Vallette di Torino. “Gli atti dell’interrogatorio sono stati segretati – ha detto ancora Randazzo – il colloquio con il mio assistito proseguirà mercoledì prossimo. Ci sono dichiarazioni molto importanti. Da parte della Procura – ha aggiunto – c’è un’accelerazione a 360 gradi a dir poco vertiginosa”. Randazzo ha poi sottolineato che la segretazione dell’interrogatorio “e un atto di serietà estrema”. Il legale del faccendiere non ha inoltro escluso nei prossimi giorni un confronto tra Marini e Thomas Mares, arrestato ieri insieme all’avvocato Fabrizio Paoletti. Al legale romano ieri è stato notificato un ordine di custodia cautelare in carcere: per la verità, anche questa volta Paoletti non è finito dietro le sbarre, ma è piantonato in un ospedale perché ha avuto un attacco di cuore. Nelle sue diverse deposizioni Marini ha sempre detto di aver movimentato le decine di miliardi di tangenti su incarico di Paoletti, che per parte sua ha replicato dicendo che si trattava di fandonie. Nei prossimi giorni – Paoletti anche lui arrestato per riciclaggio – tornerà sotto il torchio dei magistrati torinesi.