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31 agosto 2003

Anziana sgozzata: giallo risolto in 24 ore

Un delitto per niente: per soli duecento eu­ro. Un delitto nell’ultimo venerdì d’agosto, in un palazzo elegante al centro di To­rino, antico e austero come i suoi inquilini, con quel tratto piemontese di cortesia e riservatezza. Cassette della posta in legno, ingresso signorile. E dietro i portoni le storie di ciascuno: piccoli gesti, vecchie consuetudini. Come quel­le di Nadia Bissetti, in­segnante pensionata del liceo Gio­ber­ti, una signora settantenne che viveva sola fra i suoi oggetti, nelle sue abitudini come quel­la di collezionare francobolli, trovata mor­ta ieri mattina, nel salotto di casa, con le pantofole ai piedi, uccisa con una coltellata alla gola. Una rapina. Per alcune ore quella collezione di francobolli introvabile sembrava un tesoro, forse con pezzi preziosi e unici. Ma chi ha uc­ciso Nadia Bissetti nemmeno sapeva dei francobolli. L’insegnante di matematica li aveva nascosti da qualche parte, prima o poi salteranno fuori. Chi l’ha uccisa viveva un’altra so­li­tudine, quella del bisogno. Massimiliano Gam­ba, 35 anni, padre di due bambini, abitava in un altro quartiere, in una casa poverissima. Nelle ore successive al ritrovamento del corpo, tutti hanno detto che Nadia Bissetti non apriva la sua porta agli sconosciuti. Mas­similiano Gamba era un viso amico: qualche settimana fa si erano conosciuti a Pont Canavese, nella valle del Gran Paradiso dove la professoressa andava in villeggiatura. Era stato lui ad accompagnarla al pronto soccorso, quando Nadia Bissetti era caduta spezzandosi un polso. Una persona gentile, come a volte capita di incontrare. Nulla di strano che venerdì l’avesse chiamata, per sapere come stava. Al telefono aveva detto di trovarsi vicino casa della professoressa. E allora l’invito a salire su, a bere assieme qualcosa di fresco. Due chiacchiere per farsi compagnia. Massimiliano Gamba voleva chiederle un piccolo prestito. Ma, come ha confessato lui stesso, quando ha visto quelle banconote sul comò ha perso la testa. Ha colpito Nadia Bis­setti, ha preso un coltello, l’ha uccisa. Poi, è scappato. Gli investigatori sono arrivati a lui setacciando le telefonate, non molte, ricevute venerdì dalla professoressa. Lo hanno trovato a casa, con la bambina più piccola, agitato e confuso. In bagno ancora i pantaloni sporchi di sangue. Nemmeno sapeva dei francobolli, del piccolo tesoro di Nadia Bissetti. Ad incastrarlo e a farlo confessare Sergio Molino della Squadra Mobile di Torino, lo stesso investigatore che un anno fa nel giro di poche ore aveva scoperto l’assassino di un’altra Nadia. Nadia Meneghini strangolata dal suo fidanzato.



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