Delitto Cogne: nuova impronta è di consulente svizzero
Appartiene a uno dei quattro consulenti svizzeri della difesa di Anna Maria Franzoni la nuova impronta trovata nel luglio scorso nella villetta di Cogne, dove fu ucciso il piccolo Samuele Lorenzi. Lo ha accertato la Procura di Torino, che ha ricevuto stamane il rapporto della polizia scientifica di Roma a cui aveva affidato gli esami scientifici di comparazione delle impronte di tutte le 10 persone che avevano partecipato nella notte fra il 28 e il 29 luglio al sopralluogo deciso dall’avvocato Carlo Taormina nell’ambito di indagini difensive. La svolta nell’inchiesta porterà inevitabilmente la Procura di Torino ad indagare ed interrogare tutti i consulenti svizzeri già ascoltati come testimoni. In quell’occasione avevano infatti sostenuto di avere usato guanti per evitare contaminazioni. Il pool di consulenti svizzeri – composto da Olivier Delemont e Pierre Esseiva, della facoltà di Legge dell’Università di Losanna, e dai tecnici Durst e Voisart (a uno di questi due appartiene l’impronta) – potrebbe rispondere innanzi tutto di falsa testimonianza. I quattro erano stati contattati dallo svizzero Romano Harpe, responsabile del dipartimento svizzero dell’Istituto europeo di medicina legale e scienze forensi, diretto in Italia da Enrico Manfredi consulente di Taormina. Ora la Procura di Torino dovrà anche accertare se la nuova impronta è stata lasciata accidentalmente o volutamente, in questo secondo caso la posizione dei consulenti svizzeri evidentemente si aggraverebbe.