Telekom Serbia: primo interrogatorio per Igor Marini
Cinque ore per l’interrogatorio di garanzia di fronte al gip Francesco Gianfrotta e soltanto pochi minuti di fronte ai pm torinesi guidati dal procuratore capo Marcello Maddalena. Giusto il tempo per comunicare la volontà di non rispondere alle loro domande. Igor Marini non finisce di sorprendere: ribadisce tutta la sua versione dei fatti al gip e poi si avvale della facoltà di tacere davanti ai magistrati che indagano sull’affaire Telekom Serbia. “Ma ci sono anche altri importanti sviluppi della vicenda, sviluppi che per ora non posso dire per non svelare il segreto istruttorio” dice il suo difensore, avvocato Luciano Randazzo. Il legale lascia capire però che Marini ha altri nomi da fare, personaggi – politici e non – coinvolti nel giro di presunte tangenti pagate nell’ambito dell’acquisizione da parte di Telecom Italia del 29 per cento di Telekom Serbia: “A me quei nomi li ha fatti ed ora intende annunciarli alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta che prestissimo ascolterà nuovamente Igor Marini” aggiunge Randazzo. Quindi – per Marini – non soltanto Cicogna, Ranocchio e Mortadella, cioè gli ex ministri Fassino e Dini e l’ex presidente del Consiglio Prodi sarebbero coinvolti nel giro di tangenti – i tre politici hanno già smentito più volte e denunciato Marini per calunnia – ma ci sarebbero anche altri personaggi. “È sottoposto ad un regime di altissima protezione – dice il suo avvocato – ha subito minacce di morte anche recentemente in Svizzera, quindi significa che qualcuno ha paura delle sue rivelazioni”. Oggi non ha prodotto nulla di nuovo. Il suo legale ha chiesto la concessione degli arresti domiciliari, anche perché Marini ha ribadito di non avere più nulla da dire ai magistrati.