Tre torinesi muoiono in vacanza in Ciad
La tragica morte di 3 torinesi famosi è scritta in un vortice di incredibili fatalità. Una tempesta di sabbia, un piccolo aereo che cade alle porte di ’Ndjamena, in Ciad, e la fine per una giornalista di 58 anni, un manager di 67 e una ragazza di 24. La vacanza nel cuore dell’Africa che si trasforma in tragedia. Perché? Perché Dada Rosso, giornalista di viaggi e cultura, aveva accettato con entusiasmo quell’ultimo posto libero rimasto in un viaggio di 12 giorni nel Continente Nero. Perché durante questi giorni aveva stretto amicizia con la giovane Raffaella Seymandi ed avevano scelto di viaggiare insieme, mentre i genitori della studentessa erano su un aereotaxi partito qualche minuto dopo. Perché Armando Mandelli, amministratore delegato della casa editrice Bollati Boringhieri amava l’Africa, la sua antropologia e quei mondi lontani. Il loro viaggio in Ciad era agli sgoccioli. Un viaggio organizzato da un gruppo di amici, fra loro il designer Giorgetto Giugiaro che volava su un altro velivolo con i genitori di Raffaella, la figlia della moglie di Mandelli e una decina di altre persone della Torinobene. Proprio a Giugiaro è toccato il tragico rito del riconoscimento dei cadaveri. Torino è sconvolta: erano in tanti a conoscere soprattutto Dada Rosso, giornalista eclettica, collaboratrice dell’inserto Torinosette della Stampa, scrittrice. Armando Mandelli era qualcosa di più dell’amministratore delegato della Bollati Boringhieri. Era l’uomo di fiducia di Romilda Bollati Boringhieri, dopo la morte del marito Toni Bisaglia, era diventato l’amministratore di tutti i beni di famiglia. Raffaella Seymandi studiava medicina, abitava a Pino Torinese con i genitori: il papà collabora con l’assessorato regionale alla sanità.