Processo Juve: difesa conclude e punzecchia Zeman
Con una richiesta di assoluzione e con una stilettata a Zdenek Zeman si sono concluse oggi, in tribunale, le arringhe difensive al processo per i farmaci ai giocatori della Juventus. Gli avvocati Luigi Chiappero, Paolo Trofino e Anna Chiusano (la figlia di Vittorio, scomparso nel 2003) hanno ribadito la tesi di sempre: non c’è stato doping, il medico Riccardo Agricola e l’amministratore delega to Antonio Giraudo si sono comportati correttamente, la legge del 1989 sulla frode sportiva riguarda il totonero e non si può applicare. E proprio in extremis è arrivato l’attacco all’attuale tecnico del Lecce, “colpevole” di avere ispirato, con un’intervista, l’apertura dell’inchiesta sulla Juventus. “Devo togliermi qualche sassolino dalla scarpa” ha detto Chiappero, osservando che l’8 febbraio 1998 un giocatore della Roma, allora allenata proprio da Zeman, in una partita con i bianconeri dichiarò in sede di sorteggio antidoping di avere usato il Voltaren in fiale, uno dei prodotti al centro del processo. I legali, per allontanare da Agricola e Giraudo lo spettro di una condanna (i pm avevano chiesto rispettivamente 3 anni e 2 mesi e 2 anni e 1 mese) hanno usato termini come “deserto probatorio” e “illazioni assurde”. “Non è vero – ha spiegato Chiusano – che la spesa per i farmaci era quadruplicata in quattro anni. E come fa l’accusa, senza portare nemmeno un indizio, a dire che Giraudo ha dato al medico il denaro per acquistare l’Epo?”. Trofino, descrivendo Giraudo come un manager “che ci invidiano in tutta Europa” e un dirigente che “ama i suoi giocatori”, ha affermato che la Juve “ha affrontato una gogna mediatica straordinaria”.