Fiat: il piano di risanamento di Morchio
Un piano prudente quello presentato oggi dall’amministratore delegato della Fiat Giuseppe Morchio: prevede il pareggio nel 2004 e il ritorno all’utile nel 2006. Parte da un aumento di capitale da 1,8 miliardi di euro e passando per un piano industriale che prevede tagli di costi e di personale, punta su nuovi investimenti su nuovi modelli, ricerca e sviluppo e reti di vendita. “Siamo in una situazione di crisi ma abbiamo la possibilità di uscirne” ha spiegato il presidente Umberto Agnelli. Tra il 2003 e il 2006 lasceranno l’azienda 12.300 persone, 2.800 usciranno dagli stabilimenti italiani, gli altri da quelli esteri. In tutto chiuderanno 12 impianti dove si producono auto, veicoli commerciali, macchine agricole e componenti. Nel contempo sono previste 5.400 assunzioni 1.600 delle quali saranno italiane. “Un piano rigoroso e attento al rilancio” ha detto Corrado Passera, l’amministratore delegato di Banca Intesa, uno dei quattro istituti maggiormente esposti verso il gruppo, che finanzierà la ricapitalizzazione del gruppo. E se per il ministro del welfare Roberto Maroni questo è un piano di risanamento vero, i sindacati guardano con preoccupazione ai tagli occupazionali. Il piano di rilancio della Fiat è stato approvato oggi dal consiglio di amministrazione. Ricevuto il via libera dalle quattro banche creditrici: San Paolo Imi, Unicredit, Capitalia e Intesa, a luglio partirà l’aumento di capitale da 1 miliardo e 800 milioni di euro. La ricapitalizzazione è la prima tappa del percorso finanziario destinato ad accompagnare il piano industriale che prevede tagli di costi e di personale. L’azienda intende infatti concentrarsi su Europa, Brasile e Cina. Il progetto prevede anche investimenti su nuovi prodotti, in ricerca e sviluppo e reti commerciali. Al termine di questa ennesima manovra la Fiat punta a tornare al pareggio nel 2004, e all’utile nel 2006.