Savoia: a Torino, scarsi entusiasmi e poche contestazioni
Una città gentile ma un po’ indifferente. La quattro giorni torinese della famiglia Savoia (Vittorio Emanuele, la moglie Marina Doria, il figlio Emanuele Filiberto, accompagnati dal cugino torinese Sergio di Jugoslavia) nella città che fu la capitale del regno è iniziata ieri e prosegue senza bagni di folla, ma anche senza qualsiasi forma di contestazione. Lo conferma con aplomb reale lo stesso Vittorio Emanuele: “Ringrazio per l’ospitalità calorosa….”. Da ieri a sabato visite istituzionali, incontri con l’economia piemontese, ricevimenti con la nobiltà subalpina. Ma certamente l’appuntamento più simbolico è stato quello di fronte alla Sindone nel Duomo di Torino. Il lenzuolo che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù è stato in possesso della Casa Savoia dal 1453 al 1983, quando per volontà testamentaria di Umberto di Savoia passò al Vaticano. Accolti dal cardinal Severino Poletto i Savoia sono rimasti per mezz’ora di fronte alla Sindone per un’ostensione eccezionale e privata. “Una grande emozione’’ è stato il commento di Vittorio Emanuele. Poi la visita all’antica Reggia di Venaria, al centro di un grande restauro da parte della Regione Piemonte, e l’incontro stamattina con Umberto Agnelli presidente della Fiat. Restano da visitare il Palazzo Reale, Palazzo Carignano e la Basilica di Superga dove riposano gli antenati dei Savoia. A seguirli un piccolo entourage di monarchici, la curiosità riservata dei torinesi, qualche applauso con richiesta di autografi e poco più. Una cortese indifferenza nella città più sabauda d’Italia.