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12 giugno 2003

Tangenti: nuova ondata di arresti per alluvione 2000

C’è anche il figlio del titolare di una delle principali aziende edili d’Italia, la Mattioda Spa di Cuorgnè (Torino), tra le persone arrestate dal nu­cleo provinciale di Torino della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Pro­cu­ra di Torino su tangenti pagate per ottenere appalti dall’Aipo, l’ex magistrato del Po. Si tratta di Giampiero Mattioda, 36 anni, di Cuor­­gnè. Oltre a lui le misure cautelari sono state emesse nei confronti di altri cinque im­pren­ditori: Salvatore Catalano, 72 anni, di Pa­ler­mo, messo agli arresti domiciliari, Antonio Cogni, di 49, di Piacenza, Giovanni Oc­cel­li, di 65, di Piozzo (Cuneo), e Giorgio Mor­let­to, di 36, di Ri­varolo (Torino). Il quinto, O.G., 58 anni, di For­no Canavese (Torino), non è stato invece an­cora rintracciato dai Finanzieri. Gli ar­re­sti so­no stati compiuti all’alba di oggi su ordine del gip di Torino Emanuela Gai. Riguar­da­no episodi di corruzione per i lavori eseguiti dopo l’alluvione dell’autunno 2000 in Piemon­te. Si tratta di opere di manutenzione o ricostruzione degli al­vei dei fiumi aggiudicate a trattativa privata o per affidamento diretto. L’in­chiesta, coordinata dai pubblici ministeri Storari e Fur­lan, avrebbe accertato il versamento da par­te degli imprenditori di tangenti variabili tra i 5 e i 25 milioni di vecchie lire a vari funzionari dell’Aipo, già arrestati nei mesi scorsi.



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