Clamorosa evasione dal carcere di Alessandria: fuggiti 2 albanesi
L’evasione di due albanesi dal carcere di Alessandria è stata ripresa dalle telecamere interne dell’istituto di pena, ma nessuno se n’è accorto perché nella sala regia non c’era nessun agente di custodia a controllare. Sembra un paradosso, ma è così: adesso ci sono venti minuti di filmato a disposizione della Procura di Alessandria, mentre i due albanesi sono uccel di bosco. La fuga stamattina: i due, Preng Marjoni, 26 anni, arrestato nei mesi scorsi per una serie di rapine in ville della zona, e Edward Predishi, 25 anni, estradato recentemente dal Belgio e condannato per tentato omicidio e sfruttamento della prostituzione, sono scappati, insieme ad un altro detenuto macedone, attraverso un buco nel muro preparato nei giorni precedenti. Hanno raggiunto il cortile interno al carcere e di qui hanno scavalcato il muro di cinta grazie ad alcuni rampini e corde fatte con le lenzuola. Il macedone non ce l’ha fatta a superare il muro, mentre i due albanesi sì. Adesso sembrano introvabili: le ricerche infatti finora non hanno dato alcun esito. Intanto sono scoppiate delle polemiche. La Direzione Regionale delle Carceri ha confermato l’esistenza di questo video, ma sul fatto che nessuno fosse messo al controllo dei monitor nessuna spiegazione. Per parte loro gli agenti di custodia lamentano la cronica mancanza di personale con turni di lavoro anche di 20 ore consecutive. Oltre all’inchiesta della magistratura alessandrina, ce n’è anche una interna alla Direzione degli Istituti di Pena, è probabile che nelle prossime ore saltino alcune teste. L’ultima evasione dal carcere di piazza don Soria risale al 18 gennaio 1998 quando un polacco, Roland Hyka, approfittando della distrazione dovuta a una partita di calcio, era riuscito a scavalcare il muro e quindi a scappare. L’uomo era poi stato catturato 10 giorni dopo a Milano. Nel 1974 il carcere fu anche teatro di una sanguinosa rivolta finita in un bagno di sangue con la morte di due agenti di polizia, due detenuti, un’assistente sociale, un medico e un’insegnante.