Imprenditore ucciso: ergastolo a nomade sinti
La Corte d’Assise di Torino ha condannato oggi all’ergastolo Pietro Dellagaren, il nomade sinti accusato dell’omicidio dell’imprenditore Umberto Masera, ucciso il 25 aprile 2001 durante una rapina nella sua abitazione di Sant’Ambrogio (Torino). A compiere l’assalto – secondo il pm Marcello Tatangelo – furono tre persone. Una di loro, Carlo Dellagaren, parente alla lontana di Pietro, è già stata condannata a 30 anni di reclusione, mentre il terzo complice non è mai stato identificato. A inchiodare Pietro Dellagaren è stato l’esame del Dna su una traccia trovata nella casa e comparato con il test fatto su un suo paio di slip mentre si trovava in carcere. L’avvocato difensore, Antonio Foti, ha sempre contestato l’attendibilità dell’esame. Il nomade sinti era già stato condannato a 30 anni in contumacia per l’omicidio di Maverik Argenta, il bimbo assassinato nel giugno 2001 a Villafalletto (Cuneo) durante uno scontro tra famiglie nomadi.