Telekom Serbia: pm torinesi a Berna per interrogare Marini
Sono da poco passate le 18, è appena finito l’interrogatorio di Igor Marini, è durato circa 10 ore. Ecco le parole dell’avvocato difensore, Stefano Camponovo: “Un esame approfondito e dettagliato, alla fine Marini era molto provato. Sono stati fatti i nomi di Dini, Fassino e Prodi e anche i soprannomi… Cosa accadrà adesso? Chiedetelo ai magistrati di Torino…”. Il procuratore capo di Torino Marcello Maddalena e l’aggiunto Bruno Tinti, titolare dell’inchiesta sull’affaire Telekom Serbia si sono fatti raccontare oggi in un’aula di giustizia a Berna (Svizzera) dal faccendiere Marini tutti i particolari dell’acquisizione del 29% della compagnia telefonica dell’ex Jugoslavia da parte di Telecom Italia avvenuta nel 1997, un affare allora da 800 miliardi di lire, per il quale secondo l’accusa furono pagate tangenti. E Marini, arrestato in Svizzera l’8 maggio scorso mentre era andato a cercare insieme a due membri della Commissione Parlamentare d’Inchiesta i documenti che avrebbero dovuto confermare il suo racconto (a suo carico le imputazioni di truffa, riciclaggio e falso) ha ribadito quanto già detto proprio davanti alla Commissione, questa volta non solo coi soprannomi dell’allora Presidente del Consiglio del Ministro e del Sottosegretario agli esteri, Mortadella, Ranocchio e Cicogna. Occorrerà capire ora cosa faranno i magistrati torinesi, se crederanno a Marini, e allora sarà inevitabile l’iscrizione nel registro degli indagati dei politici chiamati in causa, oppure se lo considereranno alla stregua di un millantatore come già altri personaggi comparsi in quest’inchiesta subalpina.