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19 maggio 2003

Telekom Serbia: pm torinesi a Berna per interrogare Marini

Sono da poco passate le 18, è appena finito l’interrogatorio di Igor Marini, è durato circa 10 ore. Ecco le parole dell’avvocato difensore, Ste­fano Camponovo: “Un esame approfondito e dettagliato, alla fine Ma­rini era molto provato. Sono stati fatti i nomi di Dini, Fassino e Prodi e anche i soprannomi… Cosa accadrà adesso? Chiedetelo ai magistrati di Torino…”. Il procuratore capo di Torino Marcello Mad­dalena e l’aggiunto Bruno Tin­ti, titolare dell’inchiesta sull’affaire Telekom Serbia si sono fatti raccontare oggi in un’aula di giustizia a Berna (Svizzera) dal faccendiere Marini tutti i particolari dell’acquisizione del 29% della compagnia telefonica dell’ex Jugoslavia da parte di Telecom Italia avvenuta nel 1997, un affare allora da 800 miliardi di lire, per il quale secondo l’accusa furono pagate tangenti. E Marini, arrestato in Svizzera l’8 maggio scorso mentre era andato a cercare insieme a due membri della Commissione Parlamentare d’In­chie­sta i documenti che avrebbero dovuto confermare il suo racconto (a suo carico le imputazioni di truffa, riciclaggio e falso) ha ribadito quanto già detto proprio davanti alla Com­missione, questa volta non solo coi soprannomi dell’allora Pre­si­den­te del Con­si­glio del Mini­stro e del Sot­tosegretario agli este­ri, Mor­tadella, Ra­noc­chio e Cicogna. Oc­­cor­­rerà capire ora co­sa faranno i magistrati torinesi, se crederanno a Marini, e allora sarà inevitabile l’iscri­zione nel registro degli indagati dei po­litici chiamati in cau­sa, oppure se lo considereranno alla stre­gua di un millantatore co­me già altri personaggi comparsi in quest’inchiesta subalpina.



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